Ice War – Defender, Destroyer

Una cosa è certa, non si può dare del nullafacente a Jo Capitalicide. Il nostro baldo canadese ha messo in piedi il monicker Ice War nel 2015 e da quel momento ha cominciato a tirare fuori musica come se un domani non fosse contemplato. La qual cosa è certamente da elogiare, ma c’è anche da dire che un minimo d’occhio a certa tranquillità avrebbe giovato al suo progetto.

Con Defender, Destroyer arriviamo di già al terzo capitolo su lunga distanza (non si contano split ed ep, in più è uscito pure un album di cover bello tosto) e se conoscete l’operato passato della band non avrete momenti di stupore nemmeno in questo 2020.

La creatura Ice War nasce, vive e consuma nostalgia con soluzione perenne. L’ancoraggio agli anni ’80 è pressoché totale e da lì non vuole minimamente muoversi (le tentazioni neppure esistono!). Quindi se siete incalliti metallari legati all’epoca dei dinosauri avrete le vostre possibilità (e di sicuro conoscerete il soggetto meglio di me) di una sana rivalsa.

L’ascolto di Defender, Destroyer è senza dubbio simpatico, non procura lesioni ma lascia pure “poca traccia” una volta finito (tranne che per il refrain di Skull and Crossbones eheh). E’ materiale sul quale divertirsi senza troppi patemi, suonato con il coltello tra i denti e in modo molto casereccio (quanta primordialità da quei cori che partono in solitaria). Il messaggio arriva e con lui quella nostalgia che si registrerà a chili nel percepire sapori cari a primi Iron Maiden, Helloween, Iron Angel, Heavy Load o Running Wild.

Speed metal che a questo giro si prende qualche minuto in più (i primi dischi “morivano” alla mezz’ora, il nuovo arriva a sfiorare i quaranta minuti) del solito, e proprio per questo finirà a pagare rispetto i suoi predecessori. E’ anche prodotto meglio, ma la carica sensuale del secondo Manifest Destiny non viene a mio gusto battuta.

10 brani di puro, sguainato, sano ed immobile heavy metal cantato eroicamente con quello che si ha. Questo è quello che si vuole essere, e pezzi come Power from Within, la ruggente Soldiers of Frost o il sentimento di Mountains of Skulls e Breakaway stanno a li a dimostrarlo. 38 minuti di headbanging senza rimorsi e senza pretese, vietato guardare ad aspetti tecnici. Insomma, un vero e proprio ritorno ad ere primordiali, dove il piacere di comprarsi un lp significava tutto. Non vi resta che schiacciare l’acceleratore per restare alla velocità imposta e a tutta la foga profusa da Defender, Destroyer.

60%

Summary

Fighter Records (2020)

Tracklist:

01. Power From Within
02. Defender, Destroyer
03. Soldiers of Frost
04. Rising From the Tomb
05. Mountains of Skulls
06. Crucified in Fire
07. Demonoid
08. Skull and Crossbones
09. Running Out of Time
10. Breakaway