2012, nuovo nome da tenere in considerazione per il futuro. Dopo il demo “test” Sweet Blasphemies (2009) gli americani Horrendous sono pronti ad infiammare le più nutrite platee di nostalgici e vogliosi deathsters, il loro disco d’esordio intitolato The Chills è a tutti gli effetti una prova maiuscola di sacro metallo estremo.
E’ sempre piacevole vedere come alcuni giovani riescano ad apprendere al meglio la lezione impartita dai soliti dinosauri, non si può che finire preda di euforismo di fronte a realtà già belle che pronte a spiccare il balzo che conta come se sfiorate da chissà quali fiamme o entità misteriose. La prima cartuccia in canna è pronta a fare subito male, a spianare un percorso avvantaggiato dallo partire prontamente in discesa.
The Chills esce per un etichetta immersa anima e corpo nel campo death metal più fiero e puro, stiamo parlando ovviamente della Dark Descent Records, label che sa molto bene già in principio come dovrà suonare un proprio prodotto “standard”. Anche in questa occasione non si fa di certo cogliere alla sprovvista, regalandoci tre quarti d’ora di musica sepolcrale e blasfema con le iniziali rigorosamente maiuscole.
Non c’è tempo per fare nulla, finiremo subito insabbiati ed inconsapevoli prede alla partenza, schiavi del ritmo urticante e selvaggio di The Womb. Un flagello continuo di sapienti riffs vengono riversati su stampi calcolati con giuste forme e dimensioni (il disco è terribilmente lineare sino alla “suite” finale di nove minuti intitolata The Eye Of Madness). Irrefrenabile il feeling dato da una batteria pestata secondo tradizione e con totale, audace feeling, rullate e ripartenze faranno da sfondo a chitarre taglienti che non si lasciano sfuggire nemmeno l’opportunità di infilzare i brani con assoli tanto brevi quanto efficaci.
C’è eco, c’è riverbero e c’è dunque “antichità” su questa release, una release che non ha paura di pescare nel death metal natio (per la maggiore) quanto in quello del Nord Europa (senza fare nomi basta pensare a nazioni come Svezia ed Olanda, le immagini in seguito pioveranno da sole). Le chitarre scavano e la voce di pari passo contribuirà a fornire quella profondità necessaria e sempre benvoluta in questo tipo di produzioni. Basta dare un rapido ascolto ad una Ripped To Shreds per rendersene conto. Ritmi scanditi e in your face, ma qualsiasi tempo i Nostri decidano di tenere è sempre vissuto con esaltazione e convinzione (almeno secondo le mie sensazioni).
Scorrendo la tracklist non possono essere omesse perle come Altars, The Somber -Desolate Winds- (l’epica secondo gli Horrendous è questa, per favore prestare massima attenzione), Fleshrot o la schizzata Fatal Dreams. Tutto contribuisce ad alimentare il positivo flusso primario con il quale entreremo in collisione dalla partenza. E’ la costanza a dominare il lungo e largo il prodotto, e lo capiremo senza inutili sforzi una volta fatto ingresso nelle sue purulente viscere.
The Chills si meriterebbe qualcosina di più forse, ma voglio al momento rimanere “basso”, per poter aspettare speranzoso la plausibile deflagrazione futura. Intanto le antenne devono obbligatoriamente restare sintonizzate qui sopra, senza scuse o troppi giri di parole, tale disco va comperato subito, alla prima fottuta occasione.
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Summary
Dark Descent Records (2012)
Tracklist:
01. The Womb
02. Ripped To Shreds
03. Altars
04. The Somber (Desolate Winds)
05. Fleshrot
06. The Ritual
07. Fatal Dreams
08. Sleep Sickness
09. The Eye Of Madness