Hombre Malo – Persistent Murmur of Words of Wrath
Non c’è motivo di girarci attorno, Persistent Murmur of Words of Wrath è un disco da provare, andarlo a sviscerare con attenzione mi sembra un atto dovuto, questa è “quella preda” speciale che speri sempre di trovare infilzata al tuo amo di tanto in tanto. Sarà una coltre enfatica e farraginosa a prendere il comando, una sicurezza tenuta saldamente fra le grinfie con l’unico – almeno iniziale- intento di tormentare (nonché stuzzicare, creare curiosità e un fastidioso senso d’esplorazione), poi ci sarà il tempo per andare ad infierire pene più severe, ma ciò avverrà solamente nelle “seconde battute”, quando l’album entrerà subdolamente dentro il nostro apparato digerente. E’ un puzzle sonoro scelto con accuratezza quello recitato dagli Hombre Malo, una formula che prende in prestito un po da qui e un po da lì, acquisisce via via una forma confusionaria per poi trascinarla in avanti con fare sgraziato, la dose di follia incrementa (non potremo esimerci da questa peculiarità prima di affrontare l’ascolto) ma anziché procurare distanza mette addosso ancor più voglia o semplice e “nuda” curiosità.
Suoni stoner che sfumano su velenosi accenni black metal, sudicio sludge e pazzia hardcore, a tutte queste parti è dunque consentita la “rissa”, ma solo dentro una stretta e soffocante gabbia, le canzoni sono lasciate libere di vagarci a piacimento per propagare follia a dismisura, salvo poi rimanere entro i stretti confini imposti giocoforza dalle sbarre. Ci si lacera e ferisce, ognuna delle sette canzoni vi metterà pure addosso una ben poco sana gioia, poi lì per lì scopriremo di volerne ancora, che questo disegno così scompigliato è in realtà una cosa altamente magnetica nel proferire un suo preciso quanto dannato verbo.
Andazzo ciondolante, sbilenco nella sua brusca espressione, a noi è concesso inizialmente il ruolo di “prede”, ma ben presto scopriremo di essere divenuti gli avvoltoi di copertina, pronti alla battaglia e spietati per il possesso di poche briciole. Abrasiva la prestazione vocale che a piccole dosi trova anche il tempo d’usare un registro vagamente “pulito”, sembrerà di vivere un raptus continuo dal come non si scende mai da un certo pestifero piedistallo. Sporcizia sciolta con acidi viene trascinata in sudici movimenti rock’n’roll dal fiuto psichedelico (mi viene in mente Golden Calf, che razza di passaggi contiene!), in sfuriate black metal arrugginite visceralmente nei cardini (Crosses and Marching Feet e suoi tre minuti di coito), su rancido fumo (Vladislav), slabbrati rituali (Reaching the Shore) o eclettiche post-sensazioni (Elena e i dieci minuti di Deathbed Conversion, un trasporto degno di porre fine al tutto).
Persistent Murmur of Words of Wrath è quella ricetta casalinga messa in pratica con l’uso esclusivo di materiale in avanzo, come è risaputo molte volte il suo sapore è migliore di tanta roba considerata “fresca”. Quindi fate pure i vostri calcoli, gli Hombre Malo penso ne abbiano fatti ben pochi prima di chiudere il discorso qui dentro, lo dico pensando alla spontaneità che continuamente esce, alla “fame” messa sopra note sadiche, tradizionali ma mai prevedibili. Roba da “si parte e si vede dove si va a parare“. Una tipologia speciale di fiume in piena pronto ad accogliere solamente “l’eletto”, prima adocchiato e subito riconosciuto.
Cosa sarà meglio fare? ascoltarlo sotto l’effetto di qualche sostanza poco legale oppure nella più totale e spaventosa lucidità?
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73%
Summary
Disiplin Media (2014)
01. L’Etranger
02. Crosses and Marching Feet
03. Golden Calf
04. Vladislav
05. Reaching the Shore
06. Elena
07. Deathbed Conversion