Gottesmorder: un lampo dalla scena italiana da non dimenticare
Gottesmorder, un lampo di cui – purtroppo – non sentiremo più parlare. Un vero peccato, perché non era da tutti iniziare un percorso in questo modo. Un sound già ben definito in partenza e tratti quasi completamente maturi.
Il successo ottenuto da una formazione come i Wolves in the Throne Room (o, più in generale, da quanto prodotto recentemente dalla scena americana) dev’essere stato determinante per accendere la scintilla iniziale di questa creatura toscana. I Gottesmorder si aggiungevano così ai Progenie Terrestre Pura nella speciale categoria delle “grandi speranze nazionali”. Il sound attinge a piene mani da una certa “ariosità” presente nella più nota formazione americana, ma non per questo risulta una copia sbiadita o puerile.
C’è sostanza, e si può chiudere un occhio quando, ogni tanto, viene a mancare l’immediatezza. È questo, in fondo, il “problema” quando ciò che suoni non è materiale tra i più semplici in circolazione. I Gottesmorder rilasciano un EP con due brani (da 14 e 11 minuti), che abbracciano tiepidamente l’ascoltatore, offrendo però, in contrasto, anche una certa solidità di fondo.
Tra post-black e atmosfere rarefatte
La musica assume sin da subito contorni interessanti, dotati di quella speciale magia avvolgente che solo i brani black metal dall’atmosfera “post” sanno offrire. A fine ascolto domina una sensazione di sazietà, capace di catturarti in modo inaspettato: uno strano contatto che ti sfiora, impossibile da decifrare pienamente con le sole parole.
La prima traccia, Winternight, è lenta nel carburare, complice una prima parte ambient. Il clima si mantiene da subito gelido e distante, e l’aggiunta di chitarre “lamentose” alimenta concretamente il lato atmosferico e nascosto, fino a raggiungere un emozionante crescendo elettrico. Tutto si ferma e si fossilizza lì, in una sorta di soffuso e permanente distacco, dove le riflessioni più intime possono emergere in modo spontaneo. Assolutamente grandiosi gli ultimi due minuti.
Il reparto vocale si occupa di donare profondità e mistero, piuttosto che blasfemia (che qui sarebbe fuori luogo). Una scelta che trovo assai azzeccata, specialmente in relazione ai fini faticosamente perseguiti. Un plauso va poi alla produzione. Ogni elemento ha il suo piccolo spazio, nulla invade o calca troppo la mano. Ne emerge così una strana – ma piacevole – fluidità, per nulla compromessa dalle sensazioni “negative” che dominano i risvolti sonori principali.
La seconda traccia, Abyss of Throats, centra in pieno la partenza. Un “pronti-via” che persuaderebbe chiunque (la batteria mi fa letteralmente impazzire). Su questa scia prende vita un brano vibrante, denso di feeling e colmo di un oscuro e sordido sentimento.
Erano ambizione e spirito di ricerca a muovere i fili di questo progetto oggi dato – purtroppo – per disperso. Un piccolo lampo nell’underground italiano da recuperare assolutamente. Anche perché i formati pubblicati sono diversi, quindi c’è da sbizzarrirsi.
Summary
NoJoy Records, Absurd Creature Records (2011)
Le Crépuscule du Soir Productions (2012)
Alerta Antifascista Records (2013)
Tracklist:
01. Winternight
02. Abyss of Throats