Golden Ashes – In the Lugubrious Silence of Eternal Night

Maurice de Jong è un creatore di musica infaticabile e mi limiterò nel menzionare il solo progetto Gnaw Their Tongues per non incorrere in liste infinite (ormai con il potere della rete si trovano le informazione con pochi click) che porterebbero sempre e comunque al nome principale.

Ma tra le ultime creazioni di Maurice c’è un nome che spicca più di altri. La sua nascita è avvenuta da poco (l’esordio su Ep chiamato The Desolation è datato 2018) e prevede di fare capitolare per un’altra volta quei cuori infranti da tempo sugli scogli e retaggi del symphonic black metal. E’ Golden Ashes il nome di tale olandese creatura, e dopo un disco d’esordio notevolissimo intitolato Gold Are the Ashes of the Restorer (uscito appena lo scorso anno) se ne spunta di nuovo fuori con l’ispiratissimo In the Lugubrious Silence of Eternal Night. Il nuovo album non fa altro che proseguire la tracciatura di un cerchio partito in precedenza e completa un coppia d’assi che fareste bene a procurarvi quanto prima se il genere è di vostro gradimento.

Golden Ashes fa uso della materia con una metodologia soffocante, il lato sinfonico è onnipresente e si adagia sopra un massacro elettrico perpetuo. Siamo di fronte nel concetto a quella scuola di pensiero che possiamo attribuire a Emperor e Parnassus (e non so quanti figli) con l’unica differenza di un produzione moderna, produzione che va di pari passo con un modo di fare un pochino più al passo dei tempi rispetto ai capolavori storici.

In the Lugubrious Silence of Eternal Night non cincischia e il suo ossessivo lavoro ai fianchi porterà sicuro giovamento a chi di dovere (siamo al cospetto di un album da sentire per forza nella sua interezza nel tentativo di far scattare l’obbligato fattore “rapimento”). Mi sorprende sapere che un certo stile riesca ancora ad emergere di tanto in tanto con questa qualità e da buon vecchio ascoltatore non posso far altro che “prendere e portare a casa” con estrema fierezza.

Il martirio sonoro ci terrà compressi dentro un arco temporale di 35 minuti, minuti portati via dalla pelle a suon di rasoiate “educate” e composte. Le chitarre sono orme poco scolpite che solo un attento ascoltatore saprà catturare o dissezionare a suo completo favore. Le tastiere da parte loro conducono le danze ed innalzano, fondendosi con cognizione sul magma sonoro andatosi a formare, un magma completato da aspri e sofferenti urli che sembrano per davvero uscire fuori da un’altra era. Il disegno completo farà emergere ora questo, ora quello, ma il bello è che non ci saranno particolari favoritismi e tutto lavorerà a favore di un’operosa quanto dannata e fantastica massa.

Lasciatevi cadere nelle braccia e nelle emozioni nascoste nella musica targata Golden Ashes, credo che non ve ne pentirete.

78%

Summary

Oaken Palace Records (2020)

Tracklist:

01. As Sacred Bodies Wither Into Nothingness
02. Let Death Stalk My Enemies, Let The Grave Swallow
03. Amongst The Mossy Tombs
04. When Every Word Uttered Is As Whip Cuts Into Flesh
05. From Grace Into Utter Ruin
06. In The Lugubrious Silence Of Eternal Night
07. Black Mouths Murmur Black Prayers
08. Death Came With The Golden Dusk