Galaktik Cancer Squad – Ghost Light

Giunge finalmente a giusta visibilità il progetto tedesco Galaktik Cancer Squad, non a caso a proporcelo è la sempre attenta e motivata Hypnotic Dirge Records.

Ghost Light è da rinchiudere nella particolare categoria degli album da viaggio, ovvero dove il benevolo rapimento arriva istantaneo portandoci a perdere su non meglio precisate sensazioni/luoghi. La musica che ci troviamo di fronte agisce tramite un black metal capace di piazzare le giuste artigliate, con annessa l’abilità di saper scardinare imponenti difese grazie all’evanescente uso del comparto melodico. Le tastiere giocano un ruolo primario, puramente oniriche e in perpetua sospensione, vibrazioni alienanti, unite al lavoro sempre efficace di chitarre che sanno di certo come portarti a perdere in modo sempre efficace (a volte te lo fanno notare e quasi ti desti, a volte invece si finisce in uno stato di completa trance).

Quello che riesce molto bene ad Argwohn è la combinazione fra quel che è classico e quello che invece in maniera scontata non lo è. Quello che si va a creare è un miscuglio di emozioni privo di una dimora precisa. Li ascolti e non ti immagini nulla del prima e nulla di oggi. Determinante ai fini di un certo feeling l’essenza tedesca che giunge quasi a combattere contro il reparto melodico/tremolante tanto di moda in questi ultimi anni. Ma è un affrontare la questione con classe perché la musica degli Galaktik Cancer Squad fa trasparire sicurezza e tanta -ma proprio tanta- devozione. Il retaggio interamente strumentale del loro passato resta ben vivo, e si resta stupiti dalla bellezza delle linee vocali, la voce varia e si plasma bene su diversi registri (quello più alto mi aggrada particolarmente), ma sono proprio le metriche a rapire, sbigottire, in modo costante e vincente.

La produzione da parte sua ci mette un altro importante zampino, tanto da non far sembrare di essere di fronte ad una one man band. Il riffing resta su alti livelli per tutta la durata del disco, che siano le prime due straordinarie tracks Ethanol Nebula e When the Void Whispers My Name (le più facili da farsi piacere ma non automaticamente le più belle) o l’ultima estraniante Hypnose con i suoi 15 minuti di riflessione. Alla fine il concetto è uno e si prende con forza tutto il disco, un unico turbine sonoro dal quale non si uscirà più uguali a prima, un grande condensato emotivo che dovrà per forza emergere quando andremo a pensare all’annata 2013 musicale.

Trafiletto finale per In lichterlosen Weiten, la terza canzone in tracklist è diventata nel tempo un qualcosa di incredibilmente potente e supremo. Quando la perfezione si impadronisce della creazione non si può che rimanere immobili e stranamente adrenalinici dentro.

Si, bisogna comprarlo, anche perché l’artwork merita e vi richiama magneticamente, silenzioso ed ipnotico. Per la categoria “chiusure ad effetto”, Ghost Light, 50 trascendentali minuti.

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Riassunto

Hypnotic Dirge Records (2013)

Tracklist:

01.Ethanol Nebula
02.When the Void Whispers My Name
03.In lichterlosen Weiten
04.Ghost Light
05.Hypnose