The 7th Queen Enthroned: Il gothic metal Slovacco dei Galadriel merita attenzione
Settimo album in studio per gli slovacchi Galadriel, un gruppo purtroppo mai troppo menzionato, ma che ha sempre saputo proporre lavori dignitosi. Sia che si tratti di opere datate (su immagini “chiuse”, e se vogliamo anche più affascinanti), sia di produzioni più recenti – anche se per trovare il predecessore Renascence of Ancient Spirit dobbiamo risalire fino al 2007 – caratterizzate da un tocco immediato e un taglio “moderno”. Nonostante i numerosi anni trascorsi in sordina, i ragazzi sono ancora qui, a cavallo tra il 2012 e il 2013, con uno spirito pressoché immutato.
Sono ancora qui per consacrare una carriera all’insegna della passione per il puro gothic metal dall’aspetto epico-fiabesco, guidati dalle consuete voci di Dodo Datel e Sona “Witch” Kozakova (che, a mio parere, è una delle voci più caratteristiche e affascinanti del genere, al di là delle abilità tecniche, un vero peccato vederla praticamente ignorata in giro), autentiche brecce esplicative del sound dei Galadriel. Le loro voci rappresentano l’alchimia perfetta per la dimensione del gruppo, la loro arma migliore, se vogliamo anche inattesa, insieme a certe chitarre che, sin dagli esordi, ho sempre associato al modus operandi dei maestosi Septic Flesh. Questo spunto mi aiuta a comprendere meglio la musica dei Galadriel, che di fatto unisce l’atmosfera del Nord Europa con una certa “calura” mediterranea. Un aspetto forse un po’ affievolito nel tempo, ma ancora presente in questo The 7th Queen Enthroned.
Un ascolto rapido, ma denso di atmosfera
Il disco si beve in un sorso. La sua breve durata è forse una delle sue fortune, perché l’ascoltatore sarà più invogliato a reinserirlo nel lettore. I Galadriel sanno il fatto loro: sono catchy e non lo nascondono, ma allo stesso tempo sanno come avvolgere e inasprire l’atmosfera in modo efficace. Perfetto esempio è l’opener Evilution, pezzo trainante, bello “easy” ma non per questo meno affascinante. Provare per credere.
Rocciosità e ascese eteree si fondono in Crucifixion DeLuxe e nel suo incedere un po’ “ambiguo”, guidati da una grande prestazione di Dodo al microfono. Un brano davvero trascinante, punto. Volete un semplice inno per consacrare il genere anche in tempi “sospetti”? Bene, i Galadriel per l’occasione preparano Still Not Dead Enough, che senza chiedere il permesso vi scuoterà direttamente dal profondo.
Voci, visioni e vibrazioni: il lato profondo di The 7th Queen Enthroned
La band ama definirsi “dark metal”, e direi che una canzone come This World Is War lascia intendere chiaramente che questa definizione non è affatto campata in aria. The Last Time apre a scenari misteriosi prima che Sona prenda le redini sul refrain (elegante e svolazzante). Voilà, ecco come comporre un pezzo semplice aggirando i paletti della prevedibilità. Labyrinth è una breve scheggia imprevedibile, mentre Mother Is Dying è “solamente” un nuovo, tipico, perfetto manifesto del loro credo, con Sona nuovamente pronta a rasserenare anche gli animi più infervorati. Infine, troviamo la profonda Eosphorus, con i suoi candidi dialoghi vocali. Come onde che vanno a morire a forza alternata, verremo trasportati per un’ultima volta, e in testa resterà vivo il ricordo di ciò che abbiamo appena lasciato alle spalle.
A molti non sono mai andati giù i gruppi con doppia voce maschile/femminile. Però i Galadriel potrebbero rappresentare una sorpresa da questo punto di vista, qualcosa da testare senza troppo impegno. Dischi come The 7th Queen Enthroned non arriveranno mai a tagliare chissà quali traguardi, ma la loro onestà riuscirà sempre a portarli da qualche parte.
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68%
Summary
Gothoom Productions (2012)
Tracklist:
01. Evilution
02. Crucifixion DeLuxe
03. Still Not Dead Enough
04. This World Is War
05. The Last Time
06. Labyrinth
07. Mother Is Dying
08. Eosphorus