Oscurità e negatività dal Portogallo. I Gaerea sono una formazione misteriosa e in forte escalation, da questa visuale basterebbe guardare -anche alla veloce- il percorso discografico intrapreso (Everlasting Spew Records, Transcending Obscurity Records ed ora una Season of Mist che ha cercato giustamente di spingerli a tutta) per capire su che “bestia di razza” stiamo mettendo le orecchie. Già il primo Unsettling Whispers ci appariva completo e sotto certi aspetti sorprendente visto lo status di debut, ma con il secondo Limbo si arrivano a settare nuovi apici, nuovi standard che praticamente ci posizionano in grembo una formazione destinata a fare parlare molto di sé.
Un tiro circoscrivente che passeggia sopra l’abisso, i Gaerea estraggono viscere a tutto andare e ci fanno dono di un disco che intende mettere delle radici laggiù in fondo, che non vuole staccarsi ma “restare” con noi a lungo.
La musica dei Gaerea trova fertilità laddove i pensieri più cupi e negativi trovano preziosa linfa vitale. Il nutrimento sarà costante, sagacemente ritmico lungo i cinquanta minuti contenuti su Limbo, un disco “pieno”, unto di odio e feroce, pronto sempre ad osare e navigare tumultuosamente, per nulla impaurito da ciò che sta facendo.
Musicalmente i nostri possono essere definiti come post black metal con reflussi post core, e li accoppierei sensorialmente con Celeste, Wiegedood, Shining e i compagni d’etichetta Regarde Les Hommes Tomber con l’unica differenza che qui il malessere lo si finisce a sentire in maniera più accesa e viscerale. Un qualcosa pronto a tarpare le ali di circostanza per lasciarti in completa solitudine con i tuoi demoni.
L’opener To Ain è qualcosa di pazzesco, un brano che faccio fatica a descrivere da quanto è bello e corposo (cosa non sono gli ultimi tre minuti dannazione!). Incisioni carnali che rigettano tutto il marcio possibile per mezzo di ritmiche ora vorticose, ora scandite, condite da un cerimoniale vocale divoratore e sublime per abilità di evocazione.
Si formerà un composto strano, una sorta di risposta particolare per non dire “opposta” a quel sound distaccato scelto di argomentare. Finisce che Limbo te lo senti calzare addosso con tutto il suo carico di dannazione e tormento, ed è fottutamente buono così. Sono monoliti sonori colanti, che agiscono con violenza e praticità come nel caso di Null e Glare (velenosissima!) o con dannato spessore su Conspiranoia, oppure girano ancora larghi come nelle sinistre corde dell’ultima e cupissima Mare (poco prima troviamo Urge, bastonata di soli cinque minuti scarsi ma degna di dovute attenzioni), giusta chiusura di un cerchio riuscito praticamente perfetto ai Gaerea.
Serve tornarci sopra a Limbo ma nemmeno più di tanto una volta trovata la giusta angolazione di presa. L’album è davvero di alto livello, irrefrenabile nella sua monumentalità, coriaceo sino alla conclusione dei fatti. Te lo fa capire quanto vale, ma in fondo è ancora presto per comprendere quanto in là possa andare con il tempo.
Summary
Season of Mist (2020)
Tracklist:
01. To Ain
02. Null
03. Glare
04. Conspiranoia
05. Urge
06. Mare