Formis – Mental Survival: metal estremo tecnico e asciutto, breve ma ficcante
Dalla Polonia i Formis ci fanno pervenire il loro secondo full-length intitolato Mental Survival.
L’uscita farà sicuramente la felicità degli amanti del buon metal estremo, tecnico ma con tratti lievemente melodici. Un bel calderone che abbraccia primariamente thrash metal – ci sentirete Kreator, Annihilator, Exodus o Destruction – e sonorità più estreme dall’altro versante (si rilevano chiari riferimenti ai Death e persino qualche vago sentore degli Arch Enemy). Si può concludere che i Formis non suonino al momento per stupire: la loro idea principale rimane quella di badare al sodo in ogni occasione. In questo modo il disco suona “senza sorprese” (e con poche pretese), pensando unicamente a come portare il lavoro dritto a destinazione – premurandosi di passare il più lontano possibile dai problemi – e poco altro.
Fra Schuldiner e Petrozza: radici death-thrash nella voce e nel metodo
Strofe pestate con voce che si intrufola ovunque, ricordando non poco l’operato del buon Chuck Schuldiner (i Death più “manovrati” emergono, come già accennato, ad esempio nell’attacco di Horizontal Hourglass) oppure quello più rozzo di Mille Petrozza. La proposta dei Formis è quadrata e non sgarra mai, circoscritta dentro un’impalcatura decisa con cura in precedenza. E’ una location sicura, che prevede comunque tutti i rischi del caso. Un minimo di preparazione tecnica è richiesto, sia per quanto riguarda la resa strumentale che per la scrittura (la poca personalità non preclude affatto questa caratteristica, anzi!).
Il rischio di sbagliare – o ancor peggio, di far sbadigliare – resta sempre concreto e pronto a profilarsi nella figura di un machete all’orizzonte. Per fortuna non è questo il caso di Mental Survival, anche se va detto che una produzione “chiara e limpida quanto vuoi, ma con poca anima” ci ha quantomeno provato a rovinare la festa (senza riuscirci del tutto). Non ci è riuscita perché i Formis sono stati bravi nello snellire e nel tenere asciutta la tracklist. Le canzoni sono concatenate e contenute ottimamente entro pochi minuti (poteva andare peggio se fosse stato il contrario), generando un effetto “invasivo” convincente e ficcante. Si contano solo 26 minuti in tutto, vissuti bene e con intensità: i brani non esasperano, e si finisce per godere nei giusti confini del caso.
Un respiro unico e senza sbalzi: coerenza ritmica al servizio dell’intensità
L’uniformità è regnante. In questi casi, il prodotto va preso obbligatoriamente in un solo respiro (tanto, per quanto dura, nemmeno ne avvertirete il peso). Testa ben infossata, e via con l’intima esaltazione. Non sono riuscito a farmi “figli e figliastri” evidenti – il che è sicuramente positivo – ma due ve le dico lo stesso: RI.D. e il “twist” di Skeleton Key, canzone che fa coabitare Annihilator e Death nello stesso metro quadro.
Mental Survival allontana brutti spettri senza impressionare, e si merita di fare la vostra conoscenza. Resta comunque importante tenere bassa l’asticella delle aspettative.
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66%
Summary
Defense Records (2014)
Tracklist:
01. Carbon Expulsion
02. D.I.D.
03. Dark Light
04. Horizontal Hourglass
05. Skeleton Key
06. Sculpture
07. Mental Survival
08. Sochronic Exhalation
09. Skeleton Key feat. Baryla