Cambio stile ma soprattutto di approccio per il secondo nato in casa Fordomth. Mutano le tempistiche, ma non la necessità di voler comunque sviluppare un sound profondo, oscuro e penetrante. E così gli ambienti funerei di prima –ormai abbondantemente saziati- diventano caos death/black ragionato sulle note del nuovo Is, Qui Mortem Audit (per il quale Auric Records ha curato un digipack da tenere sott’occhio).
I Fordomth di oggi snelliscono il loro operato e riversano sulle chitarre un meticoloso lavoro d’insieme capace di gestire violenza, violenza più controllata, dannazione, tratti subdolamente atmosferici e poi asfissianti. Troveremo all’interno di Is, Qui Mortem Audit delle repentine mutazioni seguite da una sezione ritmica precisa, sinuosa ma anche tagliente.
L’impatto iniziale l’ho trovato subito positivo, si percepisce di avere tanta carne sul fuoco ben “condensata” (ma il bello arriva solo dopo un’adeguata masticazione). Forse bisognerà mantenere un poco di concentrazione in più del dovuto, ma solo perché l’album è veramente ben studiato e proposto, filtrato per mezzo di un riffing “certosino”. Diciamo che si riesce ad ottenere l’agognato “salto dimensionale” e questa è certamente la causa primaria che dovrebbe spingervi a muoversi verso Is, Qui Mortem Audit.
Durante l’ascolto ho avuto idea che i Fordomth abbiano voluto mantenere un approccio sì “moderno”, ma senza dimenticare di tornare indietro su certe sensazioni troppo fondamentali per essere tralasciate così a cuor leggero (penso in particolare alla seconda Audere che posso definire senza dubbio come mia preferita).
Già detto della prove davvero buone e studiate nel dettaglio dagli strumentisti, và detto di come il disco acquisti ulteriore valore anche dalla prova vocale di G.C. Il suo timbro abrasivo e i suoi inserimenti riescono a reggere, e persino incrementare, sia le zone più violente che quelle “paludose” e ricolme di freddo magma (insomma, l’accompagnamento viscerale ideale).
I quattro brani nonostante la non breve durata non vi daranno mai una sensazione di pesantezza (caratteristica ampiamente sviscerata dal positivo debutto I.N.D.N.S.L.E.), ma anzi sguscieranno via sotto le vie dell’introspezione e di una smaccata solidità priva di compromessi. Orsù, intrattengono ed entusiasmano, perché guardare i secondi che passano come se fosse sempre una tortura?!
Il digipack oltre ad offrirci una signora copertina a cura di Khaos Diktator Design (Stefan Todorovic) prevede la presenza di una rituale traccia bonus non intitolata, giusto ulteriori cinque minuti di musica per chi saprà fare un piccolo sforzo in tempi sempre più bui per il mercato discografico.
Summary
Auric Records (2020)
Tracklist:
1. Esse
2. Audere
3. Scire
4. Mors
5. (untitled) Bonus track, cd only