La Transcending Obscurity Records sta tenendo decisamente il passo, l’anno appena passato ha visto l’etichetta progredire non poco per quanto concerne qualità e tipo di band messe alla propria corte. Non fa dunque impressione vedere il ritorno degli svedesi Feral sotto il logo dell’etichetta indiana, disco che potrebbe idealmente chiudere un primo “cerchio di crescita” iniziato nel 2011 con Dragged to the Altar e proseguito nel 2015 con Where Dead Dreams Dwell.
Il titolo della nuova fatica è Flesh for Funerals Eternal e all’interno dei suoi 41 minuti non troverete mai spazio per forme di pentimento. La cocciutaggine di essere ancora qui ad ascoltare death metal svedese viene senz’altro premiata, valorizzata da un disco che ne incarna valori e “tipici limiti” che chi ha smesso di remare nella comune direzione non eviterà di evidenziare.
Pensieri di progresso non fanno di certo al caso loro, i Feral sono abili lavoratori di campo, si sporcano le mani e pensano a compattare il più possibile una tracklist composta da dieci pezzi spinosi e ricchi di fanghiglia. Lo ascolti una volta e subito ti cattura, lo ascolti la seconda e ne riconosci l’indubbio valore, lo ascolti per la terza volta e acquisisci sicurezza a riguardo. Flesh for Funerals Eternal diventerà ben presto quel disco da inserire in circolazione per stare bene, quello che ti offre un’alternativa ai soliti grandi classici del settore. E i nomi da fare ormai li sapete a memoria, partono tutti da quelli di Entombed, Grave e Dismember, ma c’è da dire che questi Feral si avvicinano molto a quella dimensione di “prolifica pesantezza” tipica dei mitici (per me) Fleshcrawl.
E così facendo giù di randellate come se non ci fosse un domani, giù di chitarre a “motosega” per delimitare un pezzo di terra ben conosciuto dove poter far razzolare la nostra inerme e moribonda testa. Le chitarre si inerpicano agili e “fresche di morte” (pulsano davvero bene, delle turbine impazzite!) mentre i pezzi non trasportano mai la faccenda per le lunghe. Il tiro resta come riferimento nell’aria, supportato da una sezione ritmica secca ed essenziale mentre la melodia non farà mancare il proprio “strano” concetto di riverbero (chi menziona Black Coven Secrets e Accursed da laggiù in fondo??!).
I brani si alternano con enfasi, non si registrano “delusioni” ma solo nuovi appigli utili per successivi e ancor più sconquassanti ascolti. Potrei menzionare l’opener di benvenuto Vaults of Undead Horror, l’impastato monolite Gathering Their Bones, oppure Of Gods No Longer Invoked e Horrendous Sight (dove emergono “dialoghi” alla Bolt Thrower), ma poco cambierebbe poiché alla fine Flesh for Funerals Eternal diventerà un condensato unico, materia che ci apparirà tutta dello stesso e prepotente livello.
Summary
Transcending Obscurity Records (2018)
Tracklist:
01. Vaults of Undead Horror
02. Black Coven Secrets
03. Gathering Their Bones
04. Dormant Disease
05. Of Gods No Longer Invoked
06. Accursed
07. Horrendous Sight
08. Stygian Void
09. Buried
10. Bled Dry