Un po’ di sano e rozzo thrash metal assieme agli Endless Recovery, band greca che prende spunto senza nasconderlo dall’unione teutonica composta da Sodom e Kreator (sensazioni vaganti mi hanno portato a pensare talvolta ai mitici Obscurity). Avremo la velocità, gli assoli schizzati e una voce demoniaca e affilata, pronta a decantare quei versi con un’urgenza maniacale, quasi da acqua alla gola.
Gli Endless Recovery portano avanti un lavoro sporco e dinamico, così ben fatto che non tarderemo nel volergli bene già sulle prime note di Revel in Demise. Da quel momento in poi avremo la nostra torcia bella accesa e caracollante, pronta a vivere di continue e repentine fiammate. Cose già sentite ovviamente, ma che sentiresti ancora e ancora per il resto dei tuoi giorni, poco davvero importa se la proposta viene sviscerata dalla sua fonte con tale, arcigna ricchezza.
Vige tutto quel sapore da vecchia scuola, sposato ad un’immaginario aggressivo/ossessivo, talvolta definibile come “black metal”. Insomma si passa davanti alla scuola primordiale di Slayer, Venom e Possessed sino ad arrivare a prodotti più vicini nel tempo come quelli dei norvegesi Aura Noir e Nocturnal Breed. Tutta la rudezza possibile passa attraverso canzoni che non smettono un solo attimo di ricordarci i tempi passati, e con loro le gesta di epoche che possono tornare a rivivere senza vergogna.
La scaletta non delude, potrei davvero menzionarle tutte da Reaping Fire a Leather Militia passando per Trapped in a Vicious Circle e Hypnos sino a planare sulla conclusiva e vincente Lurking Evil. Come non si può adorare quel riffing spezzato e quel basso che si adopera e accerta di poter zappare in ogni dove, ideali compagni di vocalizzi acuti e grezzi, cose che paiono sgorgare direttamente da qualche pozzo rimasto sigillato/immutato sin dai lontani ’80 e aperto per assaporarne il gusto solo di recente.
Gli Endless Recovery ci davano con Revel in Demise una scossa ragguardevole e ampie dosi di “testate”, voracità e divertimento. La ripetizione del concetto non annoiava e l’esercizio di stile non poteva far altro che venire apprezzato nel suo piccolo. Oscuro, veloce e dannato, pronto a colpire coronarie e anime già compromesse da tempo.
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Summary
Witches Brew (2015)
Tracklist:
01. Sinister Tales
02. Revel In Demise
03. Reaping Fire
04. Storming Death
05. Leather Militia
06. Trapped In A Vicious Circle
07. Blood Countess
08. Hypnos
09. Evoke Perdition
10. Lurking Evil