Ecferus – Pangaea

Ecferus è il nome del progetto di Alp, un solitario americano dislocato nell’Indiana e dedito allo “sfruttamento” della materia più atmosferica e aspra in territorio black metal. La I , Voidhanger Records rilasciava ad inizio 2016 il secondo disco dal titolo Pangaea, un lavoro che cercava di esplorare in modo tutto sommato agile l’origine della terra e le mutazioni che l’essere umano si è ritrovato ad affrontare nel corso della sua formazione. Non era semplice rendere l’idea attraverso un disco forse troppo breve (appena 40 minuti), però bisogna dire che alla fine un certo grado di intesa tra la musica e il reparto lirico si arriva a formare, si arriva infine ad una “logica” ben sottolineata dallo scorrere dei minuti (si avrà con l’opera un rapporto sempre più confidenziale).

Su tutte si erge Creation of a Planet, brano di rara bellezza capace di elogiare con la dovuta ispirazione i maestri norvegesi della melodia applicata al black metal (sono pura prelibatezza quelle chitarre). Da una parte “a mente fredda” devo ammettere di aver covato un po’ di delusione per non aver ottenuto la medesima “stazza” lungo l’arco evolutivo dell’album, però arriva sempre quel momento dove capisci l’obbligo di dover fare un passo indietro, giusto per guardare il disegno da una prospettiva migliore, più centrata e adeguata. Solo a quel punto sono riuscito a sorvolare questa sorta di “problema” e accettare così la comunque ottima rimanenza del succo rimasto. Non c’è danno, ma in molti a volte rischiano di compromettere drasticamente le proprie creazioni attraverso questi strani sbalzi; tante volte siamo noi a non avere la necessaria pazienza di aspettare, in altre occasioni invece verremo premiati a seconda delle giuste o personali tempistiche (qui entra in gioco la variante del mistero, una componente da sempre fondamentale per certa musica).

Ed è così che Ecferus da il via al suo secondo capitolo discografico su lunga distanza, con una canzone magistrale, abilissima nel musicare le vicende narrate al suo interno. Il disegno da questo punto in poi assumerà contorni se vogliamo più introspettivi, si entra nell’universo umano, pieno di falle e bramosie, aspetti ben sottolineati da linee reattive nel simpatizzare con debolezze e mutevoli asperità. Fragmented Body fungerà sia da spinta che da atterraggio, una sorta di duplicità che ci potrà far pensare tutto o al suo contrario nell’arco di sette minuti e mezzo. Saranno poi Reciprocity of Disrepair, ma soprattutto la velenosa, scattante e dai tratti acustici Storms Continue On a consolidare il valore di un più che positivo Pangaea.

Ecferus tra giri centrici e opere di perforazione riuscirà a condurci a spasso nel suo mondo. Dove un pianeta tanto assurdo quanto reale è riuscito a compiere fatti e misfatti incredibili, cose che ci porteranno –se già non ci siamo- alla conclusiva e breve Into the Inevitable Night.

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Summary

I, Voidhanger Records (2016)

Tracklist:

01. First Light
02. Creation of a Planet
03. Fragmented Body
04. The Human Transition
05. Reciprocity of Disrepair
06. Storms Continue On
07. Into the Inevitable Night