Dreamgrave – Presentiment

Debutto per gli ungheresi Dreamgrave. Presentiment è un lavoro caleidoscopico, una lancetta che schizza elegante e tranquilla di qua e di là, molto curiosa di sapere quello che la circonda.

Partono da una base ed un immaginario gothic metal ma hanno anche l’ardore di sfondare territori progressivi con fare pragmatico. La loro musica rimane salda, è creativa e nemmeno esagera nell’eccessivo compiacimento. Come disco di esordio non possiamo di certo lamentarci, si registrano adeguate porzioni d’ispirazione e di perizia strumentale, bilanciata voglia di osare ma soprattutto un grosso punto interrogativo sul “cosa” dovremo aspettarci da loro in un prossimo futuro.

Potrei narrarvi di come Presentiment parta in un modo, prosegua per altro e finisca in altro ancora, c’è sicuramente materia per venire con cura spiazzati (il labirinto di copertina potrebbe non essere un caso). Le nostre “abilità” in quanto ascoltatori saranno messe alla prova, rigorosamente testate prima della fine, con buona pazienza dello stato confusionario che andrà a prendere forma da lì a poco (non per come suonano ma per cosa suonano, si sa, tante volte i parametri sballati ci fanno perdere anche il più saldo dei controlli).

Sicuramente coraggiosi i Dreamgrave, coraggiosi nel non cedere -almeno inizialmente- su formule di facile consumo. E’ sempre facile cadere in tentazione (delle più diversificate), soprattutto in questo specifico genere, immaginate poi con la presenza di una graziosa fanciulla in veste di cantante (non dominante però, sicuramente scelta particolare).

Tutti i pensieri vengono distolti con la partenza di Black Spiral, tempi veloci (scomodare l’etichetta “black metal” non sembra sbagliato seppur per un breve frangente), voce maschile ad aggredire (linee a mio dire bellissime) e gorgheggi femminili ad impreziosire il brano per me migliore dell’intero disco. Cambio totale di registro per Memento Mori, dove arrivano tranquillità e delle melodie dipinte in soave sospensione. Insomma, ppena due pezzi e siamo già belli, vivaci e piacevolmente sballottati.

The Last Drop Falls introduce temi orientali ed un risultato che li avvicina a degli Epica meno “montati” e più terreni. Poi arriva la title track divisa in due parti, la prima arzigogolata e vanitosa (per mio gusto il punto debole dell’album), la seconda ballata per solo tastiera e delicata voce (brava Mária Molnár, la sua voce è capace di salire e scendere senza perdere mai un goccio d’intensità). Con False Sense of Confidence i nostri sensi vengono aggrediti ancora una volta per mezzo di una violenta e sinuosa jam-session, poi It’s Ubiquitous ci adagia sotto mentite spoglie di “outro” (per nove minuti si ritorna a sognare nella culla) e chiude un disco difficile da decifrare.

Metallo gotico/progressivo, alternanza di voci (dal growl al pulito), variazioni sul tema, entusiasmo e brusche battute d’arresto che si danno spesso il cambio. Che dire ancora di questo Presentiment? Gli indizi per conquistare ci sono tutti, per il momento però è solo un “mezzo rinvio”, ciò non toglie i pregi che risiedono ed animano tenacemente questa base di partenza.

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Riassunto

Autoproduzione (2014)

Tracklist:

01. Ethereal Eternity
02. Black Spiral
03. Memento Mori
04. The Last Drop Falls
05. Presentiment (Part I)
06. Presentiment (Part II)
07. False Sense of Confidence
08. It’s Ubiquitous