Diesel King – Concrete Burial

Questi barbari inglesi sanno come lavorare di muscoli e sul loro debutto Concrete Burial ce lo dimostrano per mezzo di 28 –troppo brevi- intensissimi minuti. Loro si chiamano Diesel King e sono una formazione ancora giovane, in circa cinque anni d’attività hanno prodotto un paio di ep ed un singoletto (Horror. Disgust. Fra le cose traccia presente su Concrete Burial) prima di arrivare a questa prima potente esalazione elettrica su forma puramente sludge metal.

I Diesel King si caricano sulle spalle diverse tonnellate di peso e ce le riversano contro con fare tutto sommato “snello”, sibillino e perforante. Sono come autentiche calamità naturali, i loro riff ci serrano le mani attorno alla gola senza chiedere alcun tipo di permesso, giusto per vedere quanto “campioni” saremo nel riuscire a resistere. Le abrasioni saranno istantanee, la violenza sarà solo una “curiosa infezione” posizionata come una calamita sui loro oppressivi strumenti.

C’è da leccarsi i baffi su Concrete Burial, non servono tanti giri di parole per descrivere note così perforanti e volte subito al nocciolo della fottuta questione. Brainhammer apre con un “riff ad elastico” che sarà sicuramente nocivo alle nostre povere vertebre, vertebre che saranno messe in continuo pericolo anche sul resto della tracklist (nessun pezzo escluso, il percorso è breve ma privo di fronzoli). Bella pastosa la produzione, un bel macigno sullo stomaco da dover digerire unitamente a delle parti vocali colanti ed abrasive. Assisteremo a degli incastri fra le parti tanto semplici quanto eccellenti, basterà d’altronde l’incedere schiacciasassi di Inferis (wooooow!) per cominciare realmente a comprenderlo.

Un trionfo violento, barbaro e pachidermico, i Diesel King snoccioleranno in beata successione la perfida ed appiccicosa title track (la testa si muoverà da sola), la mattonata Horror. Disgust. e il rapido binomio formato da Facesplitter/Mask of the Leper prima di finire a seppellirci sotto i potenti colpi di Prone To Destroy e The Mutilation.

Nessuna esitazione vi sarà perdonata, Concrete Burial vi sta chiamando a gran voce dal suo corpo in lenta decomposizione, riuscite a sentirlo? Nient’altro che un’altra bomba in campo sludge per l’Inghilterra.

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Summary

When Planets Collide (2015)

Tracklist:

01. Brainhammer
02. Inferis
03. Concrete Burial
04. Horror. Disgust.
05. Facesplitter
06. Mask of the Leper
07. Prone to Destroy
8. The Mutilation