Proprio ieri sono andato a rispolverare –in tempi di quarantena- l’album di debutto dei finlandesi Dawn of Relic, disco che ai tempi aveva esercitato enorme fascino addosso al sottoscritto. E lo ammetto, sarà stata in parte la magnificenza della copertina di One Night In Carcosa a farmi considerare più del dovuto un qualcosa che in fondo è si carino ma non questa incredibile opera.
Correva l’anno 1999 e il disco fu proposta dalla Wicked World Records (divisione della più famosa Earache), etichetta non longeva ma che ha saputo tirare fuori le sue piccole perle. Tra queste facciamo tutto sommato rientrare pure One Night In Carcosa, in fondo il suo questo prodotto lo fa, sebbene non sotto toni esageratamente eclatanti. Il packaging si presentava bene anche per via di un libretto accorto e per l’immagine di copertina riportata con tonalità trasparenti/azzurastre sul cd (certe volte erano davvero curati e non buttati lì come spesso accade).
Le canzoni di One Night In Carcosa furono scritte in un lasso temporale che andava dal 1993 e che finiva nel 1998, giusto l’anno prima della finale pubblicazione (probabilmente una liberazione). I Dawn of Relic si facevano promotori di un melodic black metal abbastanza semplice e stratificato con dosi sempre calibrate di tastiere. Ma queste non avevavo vita troppo facile perché i ragazzi spingevano dall’altro lato con ampie dosi ed ispirazioni dal taglio classic/melodic death metal. Il tutto assumeva talvolta contorni epici ma perlopiù oscuri, molto calzanti per l’ossessione nei confronti di Howard Phillips Lovecraft presente nel comparto lirico.
Li ho sempre trovati di stampo Naglfar per quanto riguarda l’approccio della strofa black metal, solo che i nostri andavano a sfumare le proprie scorribande altrove, finendo per scegliere telai ben più classici e accumunabili spesso ai Cradle of Filth.
La scaletta vedeva snocciolate perline magnetiche come la rispettosa opener When Aldebaran Is Visible, il canto ossessivo di The Last Dance of Sarnath (la cui strofa è grandiosa!) e il punto focale dell’insieme racchiuso nelle tre parti dell’epica Kadath Opened. Quest’ultima non aveva praticamente punti deboli, la prima parte apponeva le basi per una seconda di passaggio, saldamente atmosferica e di risalto (e qui vi si raggiugevano le vette in stile “Vampirico”) prima di una conclusione dal taglio più oscuro e “largo”. A seguire abbiamo l’impalpabile strumentale Welkins Gat, la discreta Just a River e la buona conclusiva di Oceans.
La produzione è di quelle a metà, di quelle capaci di dare si fascino ma anche di “togliere” qualcosa al tutto, quasi una sorta di “vorrei ma non posso” sul quale bisogna essere capaci di sorvolare.
Summary
Wicked World Records (1999)
Tracklist:
01. Fimbulvetr
02. When Aldebaran Is Visible
03. The Last Dance Of Sarnath
04. Kadath Opened (part I : To Dream) , (part II : Through The Cavern Of Flame)
05. Part III : Nether Seas Boiling
06. Welkins Gat
07. Just A River
08. Oceans