Dark Driven – From the Unbeliever

Solo gente di una certa età poteva dare alle stampe un album così pregno di nostalgia come From the Unbeliever. I Dark Driven sono un terzetto esperto: due svedesi (Filip Leo e Joakim Rimhagen) e un batterista proveniente da Israele (Nir Nakav).

I Dark Driven sono persone che calcano la scena da tempo e che hanno deciso di omaggiare una corrente sonora che potremmo etichettare, in modo sommario, come “melodic death doom” ma che, in realtà, intreccia forti venature gothic in ogni sua articolazione.

Questa è la classica recensione che si scrive da sola. From the Unbeliever è un tuffo a capofitto nel passato, capace di risvegliare rintocchi emotivi ben precisi, e questo, quasi sempre, è un bene. È chiaro che i Dark Driven parleranno soprattutto ai “vecchietti” irriducibili, quelli ancora saldamente ancorati a un certo immaginario. Ma, in fondo, la speranza che anche qualcuno più giovane possa intercettare queste coordinate e farle proprie resta viva. E, personalmente, mi farebbe un gran piacere scoprirlo.

To Death, Too Soon apre le danze unendo chitarre alla Sentenced e strofe alla Crematory. Un inizio che colpisce subito, soprattutto per merito di un refrain squisitamente svedese, autentica chicca per gli intenditori. Through Waves of Sand non nasconde altre influenze fondamentali come Katatonia e Lake of Tears, che si fondono in un gioco di rimandi con i nomi già citati. E poi c’è la presenza – per nulla trascurabile – dei Paradise Lost, evidente in particolare su Never Mind the Pain, che vi invito calorosamente a recuperare. Il loro spirito comunque, assieme a quello dei Sentenced, finisce per prendersi gradualmente la scena.

Tra i momenti migliori, spicca senza dubbio la malinconica The Letters Said Nothing, dove le chitarre e la performance vocale raggiungono vette di grande intensità. Anche la title track From the Unbeliever colpisce nel segno, chiudendosi con un’eleganza alla Katatonia che funziona eccome.

L’album si compone di dieci tracce. Alcune emergono con decisione, altre restano un pelino indietro, ma non si registrano mai cadute rovinose. La base è solida, e il risultato viene portato a casa con sicurezza. Certo, i Dark Driven chiedono un legame emotivo, un “feeling” quasi necessario per poter scardinare a dovere e fare propria un’opera coraggiosa, spinta al 100% dalla passione per un’epoca dorata.

Non sorprende trovare la mano di Dan Swanö e dei suoi Unisound dietro il mix e master di un prodotto simile: un ulteriore sigillo di garanzia, accanto a quello iniziale rappresentato da una Hammerheart Records tornata con energia e determinazione a occupare il mercato discografico.

Quella dei Dark Driven è una carezza nostalgica, un urto di sensazioni che – con tutta probabilità – trafiggerà nel profondo solo gli ascoltatori più maturi, quelli che potrebbero non reggere l’impatto e finire immediatamente risucchiati nei ricordi, verso quei dischi in parte dimenticati che hanno fatto la storia.

From the Unbeliever è un piccolo confetto, confezionato con cura per veri appassionati. Un disco che, alla lunga, farà più bene al cuore che alla testa. E va benissimo così.

70%

Summary

Hammerheart Records (2025)

Tracklist:

01. To Death, Too Soon
02. Through Waves Of Sand
03. The Letters Said Nothing
04. The Gods Won’t Intertwine
05. Tell Me
06. From The Unbeliever
07. Never Mind The Pain
08. Dressed Divine
09. Cinder To Stone
10. A Song For Revenge

 

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