Wyrd è il terzo album in studio dei Crawling Chaos e si presenta come un concept ambizioso che intreccia mito, folklore e riflessioni profonde sul destino.
Ispirato al termine nordico wyrd, che evoca un’idea di destino ineluttabile, in contrasto con il libero arbitrio, l’album dei Crawling Chaos sviluppa un percorso narrativo avvincente attraverso dieci brani (8 più intro e outro). La tracklist si intreccia con figure archetipiche femminili che rappresentano il potere del divenire, dando vita a un’atmosfera densa di suggestione e simbolismo.
Il riffing strisciante e compatto di Three Times Three irrompe dopo la piacevole introduzione di The Garden of the Earthly Delights (Part I), facendo subito capire il tipo di proposta che stiamo per affrontare. Da un lato la violenza, dall’altro una percezione melodica che, con classe, arricchisce la musica, donando lampi ispirati che non risultano mai fuori luogo.
La produzione è quella che piace a me. Niente artifici, ma un suono capace di mettere in evidenza il lavoro di ogni strumento in modo equilibrato. Un ulteriore valore aggiunto che permette alle composizioni di brillare, facendo tesoro dell’esperienza acquisita con il lavoro svolto in passato.
Wyrd: il bilanciamente tra death metal e melodia
La ritmica supporta egregiamente il lavoro preciso delle chitarre. Queste si muovono con obiettivi chiari e non sbagliano mai strada, nemmeno nei passaggi più complessi. Il death metal dei Crawling Chaos porta in primo piano il metodo italiano, con parti che richiamano ora i Sadist, ora gli Infernal Poetry, e con lampi melodici che non appaiono mai come casuali. Così, i Nostri danno vita a un prodotto davvero notevole, capace di uscire dai soliti cliché.
Dopo l’ottima Nails of Fate, arriva la meno aggressiva Veiled in Secrets, il classico brano che rivela il suo potenziale solo dopo diversi ascolti. Torches Ablaze è diventato un discreto “tormento” personale (che belle sono le aperture e gli assoli), mentre la successiva Necromancer spinge a tutta verso il lato oscuro della faccenda.
L’ultima parte di Wyrd non ha intenzione di mollare l’osso faticosamente guadagnato. Propone prima i sei solidi minuti di Nomen Omen, che condensano in un solo brano ciò che ascolteremo lungo l’album. Poi c’è l’aspra To the Furies, che riesce a raggiungere un certo climax nonostante la sua brevità. A seguire troviamo la tenebrosa Witch-Hunt, una traccia colma di carattere che suggella alla perfezione l’omogeneità fin qui percepita.
Questo disco dei Crawling Chaos è costellato di riferimenti letterari e dettagli nascosti. Piccoli omaggi pensati per chi ama scavare con passione sotto la superficie musicale.
Sul piano sonoro, Wyrd non fa alcuna concessione. Appare oscuro, suonato davvero bene, feroce e spietato, ma mantiene sempre una cura attenta per il lato atmosferico e la coerenza tematica. Non ci sono dubbi: bisogna procedere all’acquisto.
Summary
Time to Kill Records (2025)
Tracklist:
01. The Garden of the Earthly Delights (Part I)
02. Three Times Three
03. Nails of Fate
04. Veiled in Secrets
05. Torches Ablaze
06. Necromancer
07. Nomen Omen
08. To the Furies
09. Witch-Hunt
10. The Garden of the Earthly Delights (Part II)