Percepire grandiosità senza però riuscire a fagocitarla nella sua piacevole interezza. Potrei finirla qui la disamina del disco di esordio dei Coma Cluster Void, un lavoro certamente “visionario” nel proporre la sua dose di death metal tecnico, mai fermo e dai forti tratti “inumani”.
Un debutto sicuramente ben pensato in ogni piccola parte questo Mind Cemeteries, un trionfo scaltro e dissonante, fatto di pungente finezza mista alla più chirurgica delle brutalità. Musica che ti spinge ad approfondire la questione a prescindere, ricolma di strutture risolute, volutamente intricate, quasi mai ripetute per la gioia degli esploratori di sonorità meccaniche e mai scontate. Dovremo essere propensi al genere e ai continui attacchi portati frontalmente (a dir poco “urlati”), attacchi mai nascosti e ben concepiti a favore dell’impatto e della cura di ogni piccolo –e per tanti magari insignificate- dettaglio.
Quest’esplorazione ci pone davanti ad un vortice che tutto sembra voler attrarre ed inglobare, ogni influenza viene soppesata e poi valutata adeguatamente, prima di ricevere il “permesso” di interagire con i nostri orecchi. Non si resta mai “comodi”, anzi sembra di stare seduti sopra una qualche sorta di poltrona coperta da spine, un qualcosa pronto a farti sobbalzare ad ogni secondo prossimo venturo.
I Coma Cluster Void non sono esattamente dei pivelli intenzionati a stupire ad ogni costo, nella formazione si registrano difatti nomi come quello dei cantanti Mike DiSalvo (Cryptopsy, fra l’altro presente in veste di guest anche Lord Worm) e Austin Taylor (Dimensionless), trascinati dal drumming forsennato ed ansiogeno di Christopher Burrows su pezzi composti dal “binomio formatore” John Strieder/Sylvia Hinz. Tale pericolosa banda ha gettato in pochi anni le basi di una proposta adulta e mai scontata, figlia dei prodotti più tecnici, “lustrati” ed ossessivi usciti negli ultimi tempi. Insomma pensate al termine “avantgarde death metal”, inzuppatelo nella totale tecnica strumentale ed avrete grossomodo il responso su come possa essere questo disco.
Mind Cemeteries è oltremodo sfiancante, ma a sta a voi e alla vostra capacità di saper interiorizzare la definizione positiva o negativa del termine. Di sicuro i Coma Cluster Void sono andati a formare un bel “fiume in piena”, così volutamente incontrollato da risultare infine il suo completo opposto (due diversità che andranno a convergere con prepotenza). Un disco che fatico ad inquadrare o a valutare con qualche tipo di certezza. Penso che lavori come Mind Cemeteries necessitino di un arco temporale non definito per poter essere valutati “con certezza” o giù di lì, figurati dare responsi adesso, dopo pochi passaggi e tanta confusione addosso.
Affascinano e neppure poco i Coma Cluster Void, ma a volte ti lasciano anche da solo con un pugno di mosche in mano. Le sensazioni non trovano un loro bilanciamento ideale lasciando il prodotto a penzolare, in bilico fra l’assoluta impronta geniale ed una pericolosa, grondante ossatura dai risvolti noiosi. A voi il giudizio, a voi la scelta, io continuo a studiare.
Summary
Drylands (2016)
Tracklist:
01. Prologue: I Am
02. Iron Empress
03. Drowning Into Sorrow
04. Path Of Lies
05. Mind Cemeteries
06. Interlude: I See Through Your Pain
07. The Hollow Gaze
08. Everything Is Meant To Kill Us
09. Petrified Tears
10. All Bitter Endings
11. Epilogue: As I Walk Amongst The Sick