Coeur Doré / Ma Ronce – Coeur Doré / Ma Ronce

Coeur Doré e Ma Ronce: un incontro tra due anime nere dell’underground black metal francese.

Torniamo a far visita alle fucine di Canti Eretici Productions in occasione di uno split tanto interessante quanto meritevole della vostra attenzione. È anche l’occasione perfetta per tastare il polso della scena underground francese, grazie alla presenza di due giovani entità: Coeur Doré e Ma Ronce. Due nomi che sanno fare – e bene – il loro sporco e dannato lavoro.

Da un lato Coeur Doré, dall’altro Ma Ronce. Due brani ciascuno per questi nuovi volti, carichi di ombre, cattivi presagi e sofferenza. Insieme, danno vita a uno split dal sapore rituale e oscuro, un patto tra estetiche diverse, qui sorprendentemente complementari.

Coeur Doré si presenta con i dieci minuti di Sous l’emprise du nimbus doré…, un brano capace di mutare pelle e adattarsi a diverse atmosfere. Parte con un riff che strizza l’occhio ai Darkthrone, per poi aprirsi a qualcosa di più spettrale, furioso e malinconico. Per chi scrive, è l’impronta più decisa e convincente dell’intero lavoro.

Ma Ronce, dal canto suo, offre una proposta più “nuda”, cruda e tagliente. Una musica viscerale che agisce in modo diretto, senza filtri, ma non per questo meno incisiva nel generare sensazioni cupe e inesorabili. Lo scream, abrasivo e disperato, è un chiaro omaggio alla scena nazionale, e contribuisce a valorizzare quel tiro tipico delle produzioni più genuine e artigianali.

Questa è una di quelle uscite che incarnano alla perfezione la funzione dello split album: un’occasione ghiotta per scoprire nuove realtà, prendersi il tempo di assimilarle e ricordarle nel momento e nel luogo giusto.

Coeur Doré e Ma Ronce si incontrano nel buio di una fessura sotterranea, dove il tempo non ha voce ma la memoria urla e si dimena. Due lati, due approcci al nero: l’uno stratificato e tendente ad abbracciare l’atmosfera; l’altro ruvido, diretto e disperato. Questo split è un atto di devozione alla materia nera, e alla sua duplice capacità di ferire e cullare simultaneamente.

Musica incisa con sangue, lontano dagli sguardi, laddove regna il silenzio.