Cebren-Khal – A Mass of Despair

Dalla Francia con oscurità: alla scoperta dei Cebren-Khal

La BadMoodMan Music prosegue il suo egregio lavoro di talent scouting, offrendoci l’opportunità di conoscere una giovane band francese dal nome Cebren-Khal.

Sembra ormai evidente come la politica dell’etichetta russa sia quella di tastare nuove sensazioni sparse per il globo, per poi verificarne la risonanza. Vedo un po’ questa dinamica come una corsa di cavalli. In base a un primo responso, che potremmo definire come una sorta di allenamento (ovvero la produzione di un disco d’esordio), si passa al vaglio dell’opinione degli esperti (il vasto movimento del web, con i suoi fiumi di commenti e recensioni), fino ad arrivare alla decisione definitiva. Continuare o meno a puntare sulla band. Ovviamente, non mancano nemmeno i casi di sparizione, come pare sia successo in questo caso.

Da parte mia, nel mio piccolo, non posso che parlare positivamente di A Mass of Despair, un esordio forse ancora acerbo, ma con una sua identità e qualcosa da dire (originariamente pubblicato nel 2007 e ora oggetto di ristampa). La musica dei transalpini si muove in territori gothic/doom “concitati”, sempre in fermento, che mi hanno ricordato da vicino l’operato dei Forest Stream. C’è melodia, c’è aggressività grazie a inserti di matrice black metal, e c’è un collante rappresentato dalle tastiere che li avvicina sotto certi aspetti ai Cradle of Filth. I Cebren-Khal hanno scelto sin da subito un percorso impervio, che per ora li vede in difficoltà sul piano dell’opera complessiva, ma analizzando A Mass of Despair nel dettaglio, non si può fare a meno di notare alcune raffinatezze degne di nota.

La relativamente breve durata del disco (trentasette minuti) può essere suddivisa in tre blocchi.

Il primo è rappresentato dall’opener Mortshaped, un brano molto vario, con richiami tanto ai My Dying Bride quanto alle chitarre tipiche dei Septic Flesh. Il secondo segmento è costituito da una suite in tre atti dal titolo The Lunar Tragedy. Qui i Cebren-Khal mettono in mostra tutte le sfaccettature del loro sound, riuscendo persino a entusiasmare. Considero la suite come una lunga canzone unica. La prima parte, The Parcae’s Night Is Sleepless, odora intensamente di vecchi Cradle of Filth; la seconda rappresenta l’anima più dark, con grandiose aperture melodiche e un cantato sofferto e interpretato come si usava un tempo; la terza, Experience of Downfall, regala invece delle gustose chitarre dal sapore svedese. L’ultima sezione del disco è Where All Faith Is Lost, le cui fitte trame ammaliano e colpiscono con armi come teatralità e introspezione.

Quando utilizzano la lingua madre, i Nostri riescono a trasmettere quel qualcosa in più, una magia che riporta alla mente i mai dimenticati Forbidden Site. A Mass of Despair può certamente generare sensazioni di sufficienza, ma non è un disco da archiviare con leggerezza. Il suo voto ideale oscillerebbe tra il sei e il sette, a seconda delle aspettative e della nostra predisposizione verso questo specifico universo sonoro.

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Riassunto

Autoproduzione (2007), BadMoodMan Music (2010)

Tracklist:

01. Mortshaped
02. The Lunar Tragedy Act 1: The Parcae’s Night Is Sleepless
03. The Lunar Tragedy Act 2: Mouroir, Mouroir, Suis-je le Plus Mort?
04. The Lunar Tragedy Act 3: Experience of Downfall
05. Where All Faith Is Lost

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