Black Depths Grey Waves – Nightmare Of The Blackened Heart

Seguire l’operato e le sensazioni offerte dalla Aesthetic Death rimane una delle poche cose in grado ancora di stupire. Diciamo che mai potrai prevedere a cosa andrai incontro sino al fatidico momento dell’ascolto. Certo sarebbe fin troppo facile dire “mi aspetto qualcosa di pesante e di lento“, ma il bello di ogni uscita di questa etichetta è la personalità, poi ovvio, le ciambelle con i buchi non riescono sempre, le buone intenzioni però rimangono.

E’ avvolto in uno splendido e semplice digipack “patinato” il nuovo album a nome Black Depths Grey Waves, l’oscuro e misterioso monicker arriva a noi con il solo scopo di tormentarci un poco la vita rispetto alla consueta routine giornaliera.

In soli tre pezzi (i primi due molto lunghi, l’ultimo quasi una “semplice” coda) questa nefasta entità fa di tutto per renderci il percorso arduo e spinoso. Si, diciamolo pure, questo Nightmare Of The Blackened Heart è affare unico ed esclusivo per puri masochisti.
Sono dilanianti strutture droniche e sibilanti e profonde urla a tingere questo lavoro di follia, sporcizia e malattia, un soffocante grigiore disturbante che regna sovrano su ogni più piccolo latente secondo.

E’ massiccio l’attacco che viene fatto al nostro cervello, e quest’ultimo dovrà essere ben allenato per poter reggere suoni, “lame” e quant’altro, altrimenti palpabili spettri come monotonia o conati di vomito faranno la loro comparsa già dopo soli pochi minuti.
Alla fine la descrizione che ho letto è proprio quella giusta (per la serie sappiamo cosa produciamo) “occulto e rituale noise sporcato d’oscurità vocale“, non c’è veramente di meglio per fare capire l’antro fetido che andremo curiosamente ad abitare.

Sono agghiaccianti certi passaggi, quando voce e suoni producono effetti di assoluta inquietudine. Inutile mettersi ad esaminare le canzoni, l’album va bevuto intero e non spezzettato (non dura nemmeno così tanto nei suoi 44 minuti), solo in questa maniera potremo goderci appieno il rituale operato su The Hunt For Greater Truth (la prestazione vocale è puro e deviato gelo) o il claudicante rumorismo di 3rd Candle For The Fallen, anch’esso aiutato da una agonizzante ed inumana voce e dalla sua appiccicosa nenia.

Costante rumore, costante vibrazione su un filo sporco e corrotto, malevolo dentro. Esperienza che solleticherà l’entusiasmo di ben poche anime, ma le povere “fortunelle” custodiranno dentro, gelosamente, l’ennesima sensazione fatta di buio e raggelante fobia.

Summary

Aesthetic Death (2011)

Tracklist:

01. The Hunt For Greater Truth
02. 3rd Candle For The Fallen
03. Final Key To Pure Thought