Gli statunitensi Ayr dopo un ciclo intenso di tre ep partorito tra il 2010 e il 2011 (culminato da quel piccolo capolavoro di Nothing Left to Give) avevano deciso di mollare la presa e concentrarsi sul progetto più immediato e di certo famelico Young And In The Way. Ma come ogni buon ciclo di sana sofferenza che si rispetti i nostri hanno sempre lavorato sulle loro oscurità, lasciato di tanto in tanto dei semini che potevano essere raccolti al punto giusto, punto che è arrivato finalmente in questo 2020, nella figura ne l primo full intitolato guarda caso The Dark.
Certamente gli Ayr di oggi ci appaiono come una figura meglio definita e più matura, ma il già menzionato Nothing Left to Give era dimostrazione di quanto si possa fare bene anche con suoni acerbi e dannatamente semplici. Con molta probabiltà sarà impossibile per i nostri bissare il valore di quell’opera ed è da questa convizione che bisogna partire con totale consapevolezza.
The Dark ci tiene compagnia per 37 soggioganti minuti di atmosferico/depressivo black metal. Toni scanditi e aperti, ma lande desolate da attraversare sempre e comunque con l’unica compagnia della propria ombra. La copertina è emblematica e oltre a ricordarne tante altre appartenenti ad un sbiadito ma vivo passato ci ricorda nello specifico quanto per questa musica sia fondamentale il contatto con natura, spazi e solitudine. Ecco, questa è la particolarità che musica degli Ayr non ha mai smesso di professare e ancora oggi a distanza di tanti anni continua a farlo sulla scia di tormente gelide e di “sventramenti interiori”.
Più spinti rispetto a quello che potevamo ricordare, più consci sulle proprie qualità che emergono a tutta su Where All Light Dies; autentica primizia di un The Dark che vedrà affrontare la sacra alternanza pezzo strumentale-pezzo cantato.
Il disco prende forma lentamente ed è un costante nutrimento per lo spirito. I minuti prendono il volo con semplicità e la lunghezza dei pezzi diventerà tale solo se vista da un fugace occhio esterno. E’ geometrica afflizione quella che traspare, distacco pronto a diventare trasporto su sottili e fredde ali grigie.
Lasciatevi sopraffare dal consistente buio rilasciato dagli Ayr: godetevi i passaggi intriganti di Where All Light Dies, ingoiate pure la lenta pillola Swallowed o rinascete sulle pungenti note finali di Sever the Golden Chain. In ogni caso il prezzo del biglietto non verrà di certo mai contestato.
Summary
Wolves of Hades, The Hell Command (2020)
Tracklist:
01. Origins in Descent
02. Where All Light Dies
03. Worship the Dark
04. Swallowed
05. Return to the Void
06. Sever the Golden Chain
https://www.youtube.com/watch?v=gZE4AM7Mzg4