Avulsed – Carnivoracity

Tempo di celebrare il ventennale dell’uscita dell’EP Carnivoracity in casa Avulsed.

Un bel colpo di colore (rigorosamente rosso acceso) per rinnovare l’artwork da una parte, e la rimasterizzazione delle tre canzoni già presenti all’epoca della sua uscita (giugno 1994 su Malodorous Mangled Innards Records per il vinile, un annetto dopo per la stampa su cd da parte della mitica Repulse Records) dall’altra. Queste sono le principali “novità” da conoscere prima di affrontare la ristampa targata Xtreem Music. Pper il resto, troviamo come extra le solite estrapolazioni live, il classico riempitivo facile facile in questo tipo di occasioni.

Personalmente, queste scelte finiscono sempre con l’annoiarmi un po’. Di contro, chi saprà affrontarle e digerirle stoicamente, avrà un premio aggiuntivo da sfruttare con questi marci spagnoli.

La registrazione della parte live è buona, ma ho trovato più divertenti gli intermezzi tra una canzone e l’altra, il che è tutto dire. Ovviamente, il discorso cambierebbe se il concerto fosse stato vissuto direttamente sulla propria pelle, ma credo che in questo caso la cosa riguardi davvero pochi fortunati.

Avventurieri collezionisti, fatevi avanti se in passato non siete riusciti ad accalappiare una delle edizioni precedenti. I tre brani portanti sono senza dubbio “buona cucina” da non lasciarsi sfuggire, una carneficina di puro e incontaminato death metal brutal/gutturale.

L’ep rappresentava l’apice di un percorso costellato da demo e da notevoli sforzi; poco dopo sarebbe arrivato il primo full-length Eminence in Putrescence. Gli Avulsed stavano già affilando lame e strumenti, e Carnivoracity arrivava giusto in tempo per rappresentare qualcosa di più di quella fioca, acerba speranza che troppo spesso si vede e si vedeva.

La title track, con i suoi otto minuti, era (ed è) un manifesto da appendere fuori con orgoglio, figlia di un’epoca in cui le gemme si trovavano senza troppa fatica (il rallentamento che contiene è pura esaltazione di ciò che questo genere sa offrire). Cradle of Bones pensa invece a spezzare definitivamente le ossa rimaste dopo l’accattivante brano d’apertura. Infine, il tributo ai Pentagram cileni con l’esaltante Demoniac Possession assortisce ulteriormente una tracklist pensata per far male già al primo impatto.

Cercare ulteriori giudizi o – peggio – assegnare voti sarebbe del tutto inutile. Stiamo parlando della ristampa della ristampa. Se vi manca in collezione, un pensierino potete anche farcelo… ma ovviamente, dovrete essere maniaci fanatici della band di Dave Rotten.

Riassunto

Malodorous Mangled Innards Records (1994), Repulse Records (1995), Xtreem Music (2014)

Tracklist:

01. Carnivoracity
02. Cradle of Bones
03. Demonic Possession [Pentagram]
04. Morgue Defilement
05. Bodily Ransack
06. As I Behold I Despise [Demigod]
07. Gangrened Divine Stigma
08. Cradle of Bones
09. Deformed Beyond Belief
10. Carnivoracity
11. Matando Güeros [Brujería]
12. Outro – M.C.E.D.

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