Atoj : un vortice di disagio post-hardcore e follia controllata
Volete favorire l’ictus che cova nascosto dentro di voi? A solleticarlo arriva il nuovo EP degli Atoj, un condensato sonoro capace di trovare appigli laddove dimorano le paure più ordinarie.
Follia e instabilità sono la missione primaria, istinti che si susseguono senza mai offrire appigli rassicuranti. Eppure, in mezzo a tutto questo, si percepisce un feeling assurdo, che – per quanto folle – riesce a farsi comprendere, e quindi anche apprezzare.
Le ritmiche appaiono impazzite, il basso è sempre ispirato e tenta un dialogo costante, cercando di mettere ordine dove apparentemente regna il caos. Lo sfogo vocale è pressoché totale, da adorare per il suo essere scarno ma autentico. La forza di questo EP omonimo sta anche nella sua durata. Non ne immagino una versione più estesa, né un prolungamento “ad oltranza” di tale esposizione. L’annebbiamento porterebbe solo alla normalità, e la normalità, qui, non è mai contemplata.
Certo, in molti casi è meglio insistere e sfinirsi come unico traguardo beato, ma non stavolta. Questo lavoro è completo così com’è, e nella sua forma breve attinge tutta la forza possibile. Gli Atoj non hanno bisogno d’altro, per ora, per esprimere rabbia e scombussolante disagio con una presa diretta che si fa sempre più abrasiva, brano dopo brano.
Sei brani, venti minuti, zero compromessi
Venti minuti e sei irrefrenabili torture, messe a nudo davanti a realtà e paure. Essere pazzi per essere autentici: è questo lo stretto confine che separa il semplice ascolto da quello totale, capace di assorbire ogni cellula di attenzione, dentro e fuori di sé.
Post-hardcore e mathcore sono le etichette che racchiudono questo fiume in piena. Idee chiare, visione netta, e armi affilate per addentrarsi sempre più nel concetto di disagio assoluto. Muri sporchi grattati via, vetri infranti che lasciano solo spuntoni ad aggrapparsi (noi).
Atoj è un piccolo turbine pronto a compiere disastri nel tempo che gli è concesso, per poi tornare silenzioso al suo posto, pronto a colpire di nuovo, quando l’urgenza di attimi veloci e di creativa, ritmica follia tornerà a farsi sentire.
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70%
Summary
Memorial Records (2014)
Tracklist:
01. Kleptophobia
02. Kakorrharphiophobia
03. Hypothermia
04. Hyperthermia
05. Phobia
06. Demonophobia