Ash Borer – Bloodlands

Dopo l’ottimo Cold of Ages ripresentarsi su alti livelli non era affatto scontato, gli Ash Borer valutavano bene le dinamiche facendo così uscire un prodotto cosiddetto “minore” (anche per supportare il tour che li portò in giro con i Fell Voices), un ep bello corposo, fatto alla loro maniera, con due soli brani e una durata globale d’oltre mezz’ora.

Ancora tanta musica da parte loro e ancora tanta voglia di creare situazioni surreali e raggelanti tramite un black metal ad “ampio respiro” e dal forte feeling ambient/rock. Gli Ash Borer di sempre quindi, che mandano in onda il “solito” duello psicologico con le nostre sinapsi, disperse su quelle tipiche trame in grado di farci perdere sensi del tempo e dell’orientamento con strabiliante naturalezza. Certo per tanti saranno solamente l’ennesimo gruppo black metal americano che cerca manovre “alternative” al bieca violenza, ma devo dire che più passano gli ascolti e più si familiarizza Bloodlands, anzi se vogliamo è quasi più difficile da ascoltare e digerire rispetto al precedente e più manovrato full-lenght.

Rarefazione dell’atmosfera, clima austero ed impervio, è per merito di una scudisciata che parte il tutto, gli Ash Borer durante i primi minuti di Oblivion’s Spring parrebbero non provare pietà per niente e nessuno, ma non preoccupatevi perché ci sarà abbondante spazio per le “divagazioni progressive” che metteranno la pratica “a nanna” durante lo svolgimento della seconda metà del prodotto.

Gli Ash Borer anestetizzano (ci provano in continuazione), ma lo fanno mostrandoti immagini tormentose, con la loro musica dovrete pensare proprio a questo, immaginatevi ad una finestra, bloccati, immobilizzati da qualche sedativo mentre assistete inermi ai movimenti scomposti di un tempesta che si aggira lì attorno come un serpente tentatore (oh diamine! ho decifrato la copertina senza nemmeno pensarci). La decisione, la volontà sul lasciarsi andare spetta infine a voi e solo a voi, questa non è musica che va condivisa ma solo elaborata con davanti la nostra immagine più idonea, niente di più, niente di meno. Bandita ogni tipo di forma canzone, gli Ash Borer molto probabilmente compongono facendo uso del dono dell’improvvisazione, ed il feeling che ne scaturisce è strano ma decisamente forte, dicendo “non è musica per tutti” non scopro di certo l’acqua calda, ma tant’è non rimane semplice far proprie determinate situazioni a cui Bloodlands ci mette davanti.

Summary

Gilead Media (2013)

Tracklist:

01. Oblivion’s Spring
02. Dirge/Purgation