“C’è del rituale in questo veleno”
Ma cosa caspita sto dicendo!? Niente, cercavo solo di incastrare foneticamente le due parole che meglio evocano il sound della creatura polacca Ars Magna Umbrae, intenta a rilasciare durante l’estate 2020 l’atteso secondo full-lenght intitolato Apotheosis.
Sono trascorsi due anni dal debutto Lunar Ascension, un disco che non aveva tardato nel mettere sugli attenti i giusti elementi o meglio: “addetti al settore underground black metal”. Due anni impiegati proficuamente da K.M. unica entità a gestire queste ponderate e sibilline note.
Apotheosis –come il debutto- si presenta con una copertina efficace e con un sound che mantiene inalterato un trademark davvero oscuro e molto affascinante; capace di avanzare per mezzo di “lente prese” usate in qualità di arma prioritaria per la risoluzione della partita. Facile parlare di secondo capitolo riuscito con i fatti ormai definiti sotto le orecchie, ma non dev’essere stato poi così semplice per K.M. tramutare in concreta musica delle idee così cupe, perfide e rituali (e daje!).
Ars Magna Umbrae ha cominciato il suo percorso al meglio, ottenendo un suo tratto specifico e naturale che gli permette di confezionare dischi di spessore per la nostra illuminante gioia. C’è sicuramente molto del black metal occulto greco dentro Apotheosis, e di nomi che si avvicinano alla musica qui contenuta se possono fare molti (anche se il metodo di azione usato da K.M. dovrebbe scremare di molto la questione) scartabellando la scena odierna. Ma ciò non toglie il merito di una certa singolarità del progetto, una sorta di coltivazione che porta i suoi frutti e che potrebbe arricchirsi di ulteriori meraviglie nel prossimo futuro.
Poco meno di quaranta minuti mesmerizzanti quelli partoriti da Ars Magna Umbrae. Il nostro scolpisce una tracklist che alterna “classici” brani a meno frequenti (ma comunque abbondanti) passaggi strumentali sui quali si erge per l’appunto la title track (assolutamente pungente). L’ascolto diventa presto catartico, pura ipnosi in forma di black metal atmosferico. Non si và alla ricerca di semplici e magari noiose forme canzoni, piuttosto si cerca “il momento” per l’elevazione, per la consacrazione di un rituale composto ma famelico, scandito con cura da mani che sanno quali tasti andare a sfiorare di volta in volta.
Le chitarre si attorcigliano senza perdere mai il filo principale. La disconnessione risulta soltanto apparente, tramutandosi presto in letale trasporto. Apotheosis stringe il cerchio attorno alla sua vittima e promette di non lasciarla più scappare sino al rintocco dell’ultimo secondo, per quanto mi riguarda il tutto finisce per superare per completezza ed ispirazione l’ardito – e certamente non dimenticabile- Lunar Ascension.
Non vorrei parlare di “questo o quello” perché il tutto andrebbe fagocitato senza preferenze o interruzioni del caso, ma una plateale immersione dentro le succulenti On the Wings of Divine Fires, Mare Tenebrarum e Of Divine Divergence è un diritto che ogni amante del black metal dovrebbe poter assaporare.
Ahhh, quanto piacere fanno questi grezzi diamanti polacchi.
Summary
I, Voidhanger Records (2020)
Tracklist:
01. Through Fields Of Asphodel
02. She Who Splits The Earth
03. On The Wings Of Divine Fires
04. Apotheosis
05. Mare Tenebrarum
06. Oracle Of Luminous Dark
07. Of Divine Divergence
08. Ignis In Tenebris