And We Were Shadows – Beyond The Lights

Il sottosuolo italiano è vivo e pulsante, a discapito di crisi e difficoltà trovi sempre qualcuno che prova a lottare nel tentativo di offrire qualcosa di proprio. Ti rendi conto di tutto ciò quando ti ritrovi ad ascoltare lavori come Beyond The Lights, nient’altro di un semplice concentrato di buie sensazioni.

Stiamo parlando degli And We Were Shadows, la loro musica ha avuto il grosso pregio di saper costruire un “ponte immaginario” con le uscite di Eibon Records (giusto per rimanere a stretto contatto con il made in Italy), ma è invece l’arrembante Swiss Dark Nights a proporcelo, e di certo sarà importante tenerla sotto osservazione in futuro, perché questo lavoro denota sicure capacità da “talent scout”. Poi si sa, chi è capace di valorizzare le piccole perle all’interno del mercato discografico va sempre accompagnato a prescindere (il cd fra l’altro è limitato a sole 300 copie, quindi siate svelti a destarvi a riguardo).

La darkwave degli And We Were Shadows è tanto delicata quanto profondamente scura (“ambient rock oscuro” calzerebbe idealmente), davanti ci troviamo il classico disco da “malinconica dislocazione”, quello dove l’unica possibilità concepita diventa quella di premere il tasto off in dote al nostro cervello, spegnerlo per lasciarci andare a questo tranquillo e tenebroso ondeggiare.

Pura essenza drammatico-dark trasportata da una voce tanto incantatrice quanto “velenosa” (ad affilare certe armi ci penserà l’erosione del tempo). Si respira freddo, si vede la neve all’orizzonte avanzare e si rimarrà immobili per tre lunghi quarti d’ora. Le canzoni cadono in tutta calma, ci vogliono quasi trarre in inganno, ma si finisce sempre a perdonarle, lo fai perché arrivano a darti quella sorta di pace che molto spesso andiamo cercando.

Gli arpeggi vengono a figurare un senso di lontananza, mentre sarà puro distacco a fuoriuscire da ogni singola linea vocale (sembra sempre di vedere un qualcosa di vicino allontanarsi mano a mano). L’impianto elettronico stabilisce infine un “gelo fuso”, rarefatto e minimale. Fatevi solamente due calcoli, due conti in tasca senza l’intrusione di fattori esterni, solo in questo modo potrete decidete se siete fatti veramente per affrontare tutto questo, e se le vostre difese saranno in grado di reggere questa particolare colata. Di sicuro bisogna avere dentro una certa capacità innata, saper come fare uscire quel lato malinconico che a volte teniamo celato; è questa la missione di Beyond The Lights, ottenere lacrime e sorrisi simultaneamente.

La bontà della proposta la si intende praticamente subito partendo da In Chains, ma è quando parte Permanent Clouds (mi avete ricordato i This Empty Flow e loro sono così belli che cerco sempre di dimenticarli) che cominci a comprendere, delineare o definire meglio la capienza nascosta nel prodotto (ovvero il dove sta cercando di portarti), il brano avanza inerme e raffermo nella sua strana e fredda imponenza. Out of Control è un’altra evanescente sonda prima di Modern Slavery, il mio brano preferito di questo primo importante vagito notturno, così sacrale, profonda e fluttuante nel suo inquieto avanzare da mettere la pelle d’oca. Anche il duetto formato da CDF e Virtuosity riesce a lasciare un ricordo positivo, tranquilli nastri trasportatori verso il puro e definitivo distacco (una volta arrivati qui non potrete nemmeno ponderare di voltarvi indietro).

La minimalità del prodotto potrebbe fare storcere il naso ai più (parole come noia e staticità potrebbero rappresentare seri problemi a chi cerca sempre anche piccoli movimenti), ma sarà anche il motivo cruciale per il quale si finirà per adorare Beyond The Lights senza mezze misure.

Sicuramente si potrà migliorare in futuro, ma niente o nessuno potrà lavare via quel tipico odore underground/viscerale di cui il disco è intriso.

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Riassunto

Swiss Dark Nights (2013)

Tracklist:

01. Beyond the Lights
02. In Chains
03. Permanent Clouds
04. Out of Control
05. Modern Slavery
06. Lower Tone
07. Heavier to the Ground
08. Cdf
09. Virtuosity
10. Beyond the Lights (reprised)