Affliction Vector – Death Comes Supreme

Affliction Vector, stampatevi a fuoco questo nome addosso, perché se l’inizio è questo Death Comes Supreme ci sarà da sfregarsi le mani in occasione di future e possibilmente più corpose uscite.

La formula è quella giusta o forse meglio dire “necessaria” per una band che si affaccia per la prima volta nel calderone del metal estremo. Per affrontarlo al meglio e per distinguersi bisogna avere in dote la cosiddetta “pellaccia”, ed essere mossi da valori da esprimere ben radicati, che possano sgorgare fuori dalle note in maniera istantanea, reale e vorace.

Death Comes Supreme mette in pratica tutto questo unito ad una bestialità davvero sorprendente; impossibile da non notare oppure da scalfire. Gli Affliction Vector suonano con le carni in mano e ci espongono un prodotto famelico, di black metal bestiale che guarda in casa Mayhem, Abigor e Aosoth, ma senza disdegnare un certo substrato “meccanico” e velenoso di stampo Mysticum (però senza mai sconfinare nei sentimenti puramente industriali).

L’approccio potrà sembrare chiaro a chi mastica o ha masticato tali nomi. Ma bisogna dire che la forza con la quale gli Affliction Vector agiscono è davvero pura e sanguinosa, qualcosa che è pronto nel prenderti alla sprovvista e in tutta aggressività. Sarà questa la particolarità pronta a rapire, la vera molla che differenzia gli Affliction Vector da tante altre formazioni più o meno valide in circolazione; qui arrivi a percepire tutta la cattiveria e la malignità che altrove senti solo “abbaiata”.

Echi malefici pronti ad influenzare le frequenze dei nostri cervelli. La rabbia che cola dalla prestazione vocale produce “puri e vecchi pulpiti”, e come ogni buon vino d’annata riesce ad emergere per lasciare un ricordo indelebile al suo fruitore. Le chitarre scarnificano a dovere su zanzarose ma agili frequenze, le loro mosse appaiono sempre calibrate e agiscono per mezzo di un riffing serrato e contundente (che fungerà da delizia per molti).

Si dice per molte cose ma in questo caso il discorso vale doppio: il respiro ci verrà sottratto in modo fulmineo lungo queste cinque “pericolose” assi che rappresentano Death Comes Supreme, il tutto annaffiato da una copertina già pronta nel farsi ricordare.

https://www.youtube.com/watch?v=StmQRIHhe6I

Summary

Argento Records (2020)

Tracklist:

01. Voiceless Predictions

02. A Mere Illusion

03. The Long Cold Rest

04. Abandoned Into the Madness

05. At the Dying Sun