Affliction Vector, stampatevi a fuoco questo nome addosso, perché se l’inizio è questo Death Comes Supreme ci sarà da sfregarsi le mani in occasione di future e possibilmente più corpose uscite.
La formula è quella giusta o forse meglio dire “necessaria” per una band che si affaccia per la prima volta nel calderone del metal estremo. Per affrontarlo al meglio e per distinguersi bisogna avere in dote la cosiddetta “pellaccia”, ed essere mossi da valori da esprimere ben radicati, che possano sgorgare fuori dalle note in maniera istantanea, reale e vorace.
Death Comes Supreme mette in pratica tutto questo unito ad una bestialità davvero sorprendente; impossibile da non notare oppure da scalfire. Gli Affliction Vector suonano con le carni in mano e ci espongono un prodotto famelico, di black metal bestiale che guarda in casa Mayhem, Abigor e Aosoth, ma senza disdegnare un certo substrato “meccanico” e velenoso di stampo Mysticum (però senza mai sconfinare nei sentimenti puramente industriali).
L’approccio potrà sembrare chiaro a chi mastica o ha masticato tali nomi. Ma bisogna dire che la forza con la quale gli Affliction Vector agiscono è davvero pura e sanguinosa, qualcosa che è pronto nel prenderti alla sprovvista e in tutta aggressività. Sarà questa la particolarità pronta a rapire, la vera molla che differenzia gli Affliction Vector da tante altre formazioni più o meno valide in circolazione; qui arrivi a percepire tutta la cattiveria e la malignità che altrove senti solo “abbaiata”.
Echi malefici pronti ad influenzare le frequenze dei nostri cervelli. La rabbia che cola dalla prestazione vocale produce “puri e vecchi pulpiti”, e come ogni buon vino d’annata riesce ad emergere per lasciare un ricordo indelebile al suo fruitore. Le chitarre scarnificano a dovere su zanzarose ma agili frequenze, le loro mosse appaiono sempre calibrate e agiscono per mezzo di un riffing serrato e contundente (che fungerà da delizia per molti).
Si dice per molte cose ma in questo caso il discorso vale doppio: il respiro ci verrà sottratto in modo fulmineo lungo queste cinque “pericolose” assi che rappresentano Death Comes Supreme, il tutto annaffiato da una copertina già pronta nel farsi ricordare.
Summary
Argento Records (2020)
Tracklist:
01. Voiceless Predictions
02. A Mere Illusion
03. The Long Cold Rest
04. Abandoned Into the Madness
05. At the Dying Sun