Buona la prima, ancora meglio quelle che le seguiranno.
E’ una strada in discesa quella che si intraprende con il primo disco degli Abscession. “La Svezia che ama la Svezia“, e già potremo aver detto tutto senza dover aggiungere altro, perché su Grave Offerings andremo a trovare nient’altro che un death metal debitore della sacra triade Dismember/Entombed/Grave (dette in ordine percentuale di come le ho avvertite). A suggellare il tutto troviamo l’ulteriore garanzia degli Unisound Studio e la relativa approvazione ghignante di Dan Swanö, e si sa, quando c’è la sua mano la qualità permane sempre in un modo o nell’altro.
In questo caso però il sound non emerge grazie alla sua potenza, è invece una sensazione di “rotondità” a spiccare, proprio quando siamo abituati a ricevere più grezzume possibile/immaginabile in territorio death metal nordico (forse è proprio per questo che i Dismember si sono presi i miei pensieri più di altri). Questa caratteristica potrà spiazzare qualcuno, ma sarà più come un lieve smarrimento, un pensiero del tipo: “ma questo dovrebbe suonare in tal maniera e non così“; cose abitudinarie che il nostro cervello cerca di appiattire proprio perché le conosce a menadito, un po’ come un puzzle a cui mancano uno o due pezzi.
Ma il gioco in fase di produzione non infetta la forma fatta è finita di ciò che vuol essere la musica degli Abscession, batteria pestata, conseguente aggressione ritmica e chitarre che lavorano in maniera costante in qualità di “zappe melodiche” (l’apice da questa visuale lo raggiungiamo nella conclusiva e “mosca bianca evolutiva” Downfall Pt.1, dieci minuti capaci di stupire fra clean vocals e retrogusti armonici alla Hypocrisy).
Grave Offerings si presenta dunque bello compatto per nove pezzi, rapidi cambi “illusori” capaci di non cedere mai alla parola noia. Il disco convince e anche tanto, non sarà eclatante sotto certi punti di vista o aspettative varie, ma non dimentichiamoci d’essere al cospetto di un esordio, un signor esordio per l’esattezza, musica capace di fagocitare e attrarre grazie alla non indifferente carica melodica che si porta dietro. Una complementarità efficace, dove le due parti (quella violenta e quella non) sembrano poco curarsi una dell’altra, pensando esclusivamente al loro orticello e a come poterlo curare al meglio, questo lo si avverte con chiarezza, e fuoriesce meravigliosamente bene.
Per fortuna ci sono ancora formazioni come gli Abscession che con cura rendono ancora verde una tipologia di metallo rimasta intrappolata nel tempo ma pur sempre bisognosa di quella minima linfa vitale per potersi muovere ancora. Grave Offerings gira bene, la tracklist trascina e non mi sembra giusto andare troppo a spulciarla, a tanti basterà l’iniziale Where Sleeping Gods Dwell (aaah!) per decidere se concedersi al resto oppure no.
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Summary
Final Gate Records (2015)
Tracklist:
01. Where Sleeping Gods Dwell
02. Gargoyle
03. In My Coffin
04. Cabin 13
05. Blowtorch Blues
06. Freshly Dug Graves
07. Plague Bearer
08. The Ruiner
09. Engorged with Gore
10. Downfall (Part 1)