A cinque anni dal precedente …to Spread the Flame of Ancients fanno ritorno i finlandesi Purtenance con giusto qualche accorgimento in line-up. Abbandona il vocalist Ville Koskela e prende il suo posto il nepalese Aabeg Gautam, direttamente dai compagni di etichetta Dying Out Flame, il nostro prenderà in mano anche il basso, mentre il ruolo di seconda chitarra passa all’ormai ex bassista Tero Aalto. I membri fondatori Harri Salo e Juha Rannikko traggono da questi movimenti la necessaria linfa vitale e ci sputano fuori un disco che saprà certamente intrattenere meglio del suo predecessore (almeno per quanto mi riguarda).
Il percorso dei Purtenance era destinato a trovare ben pochi sbocchi se avesse continuato lungo una certa, marmorea strada. Il nuovo Buried Incarnation arriva a mettere nel motore un poco di dinamismo in più e un tangibile “senso di allegerimento” che infine renderà meglio digeribile il loro oscuro e pestilente death metal. Forti forse di un entusiasmo maggiore conferito dall’arrivo del nuovo arrivato Aabeg i nostri tirano fuori un disco molto attento e dinamico, certamente meno “pesante”, ma a conti fatti più efficace, snello e “longevo”.
Buried Incarnation si snoda lungo nove brani iniziati da una introduzione atmosferica senza dubbio efficace (Into the Arctic Gloom), l’ideale lancio nelle profondità ragionate di una Shrouded Vision of Afterlife, traccia molto saggia, adoperata come trampolino per l’ingresso dentro una prima parte troppo importante per essere sbagliata.
Solidità, vigore e melodia dei Purtenance di oggi vengono snocciolati sulle note della brillante Under the Pyre of Enlightenment, la canzone esprime al meglio il potere che la band si sente ora di esprimere, confermando una ricerca impattante leggermente differente da quello che potevamo ricordare.
Anche i suoni vengono incontro alla band finlandese che senza strafare si porta a casa un risultato temerario, fumosamente old style ma soddisfacente. Il death doom continua ad infettare i loro incubi come ben spiegato dalla Bolt Thrower oriented Deathbed Confession prima e dalla pesantissima Wrapped in Lamentation poi.
Oltre che per il solido lavoro al basso (se ne avverte l’importanza) la presenza del nuovo innesto si lascia apprezzare a tutto spiano durante l’esecuzione di una Dark Womb of Nothingness pronta a crescere repentinamente con lo scorrere degli ascolti (ma anche sull’ultima Burial Secrecy non scherza!).
Qualche spuntatina qui e là, qualche discesa nel melodico (non pensate chissà cosa però) ed ecco che i Purtenance trovano la ricetta giusta per ottenere quel briciolo di visibilità in più. Buried Incarnation ti lascia la voglia di essere riascoltato e questo è senza dubbio alcuno sinonimo principale di positività.
Summary
Xtreem Music (2020)
Tracklist:
01. Into The Arctic Gloom
02. Shrouded Vision Of Afterlife
03. Under The Pyre Of Enlightenment
04. The Malicious Moon
05. Lifeless Profoundity
06. Deathbed Confession
07. Wrapped In Lamentation
08. Dark Womb Of Nothingness
09. Burial Secrecy