Profane Order – One Nightmare unto Another

I Profane Order ci portano il War Metal direttamente dal Canada. Il duo, con One Nightmare unto Another taglia quest’anno lo speciale traguardo del secondo disco (sotto l’effige di Nuclear War Now! Productions). Così, per mezzo di 7 brani e nello spazio di appena 25 opportuni minuti, ci manda a rosolare ed ustionare sopra uno spiedo dai contorni ben poco amichevoli.

La prima In the In The Shadows of the Past ha il compito di affilare una lama e di attaccarci senza troppo preamboli. Un tiro che punta alla gola per fare male e dilaniare con i suoi denti. E’ un bacio corrosivo quello che vanno ad animare i Profane Order, a dir poco scorticante nel suo avanzamento. Vetriolo puro.

In piedi, danzeremo su lance appuntite, senza correre mai il rischio di assopirsi. Assolutamente bestiali, privati da ogni di grazia i Nostri con One Nightmare unto Another ci scaraventano nel loro concetto di inferno. Un inferno reiterato ad ogni nuovo giro di giostra, espletato con sadica rudezza, e precisione, accompagnato dal sacro fuoco dell’ispirazione che male non può di certo fare.

Inumana e dotata di un break spezza ossa A Sombre Passage, un passaggio essenziale e nevralgico per il proseguimento dell’ascolto. Anche le veloci torture di Suppression ci lanciano contro una persuasiva e gorgogliante rete. In tal modo i Profane Order vanno a costruire la loro particolare e famelica opera sonora.

A noi non resta che rimanere chiusi dentro lo stretto e buio corridoio. Scappare verso un’unica direzione l’unico atto concesso, pena il farsi divorare dalla bocca spalancata che vedremo ogni volta che ci volteremo per guardare alle nostre spalle.

Poi, capisci di essere di fronte ad un qualcosa di ispirato quando al duo riesce anche l’impresa di convincere quando il minutaggio va ad estendersi come nel caso di Pernicious Scum (5 concitati, dannati minuti) o quando hanno ancora molto da dare in chiusura, sui miasmi di una grande Of Bile And Malice.

One Nightmare unto Another possiede quel mix catalizzante di black e death metal che però non dimentica a casa qualche incisiva apertura in thrash style. Alla musica viene data la giusta possessione e da quel punto in poi divorare l’ascoltatore diventerà formalità, una bieca sciocchezza.

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