Poema Arcanvs – Stardust Solitude

Se non ci fossero stati i Mar De Grises i Poema Arcanvs avrebbero avuto di certo la via spianata verso il trono del gothic death doom cileno. Decisamente più prolifici dei loro connazionali i Poema Arcanvs hanno sempre avuto bisogno del tempo necessario prima di fare uscire un nuovo disco. Ma è con Stardust Solitude che i nostri hanno battuto ogni sorta di record lasciando trascorrere ben otto anni dal precedente Transient Chronicles, otto anni che profumano tanto di: “percorso di forte sofferenza”.

Le canzoni riflettono inquietudine e un’oscurità tangibile che non si respirava così profonda dai tempi del secondo Iconoclast (e questa manovra li avvicina clamorosamente proprio ai loro compagni citati in apertura). In questo modo i Poema Arcanvs regalano alla presentissima Transcending Obscurity Records un signor disco, un lavoro capace di avvicinarsi –ma senza superare- ai capisaldi della loro discografia che restano a mio parere proprio Iconoclast e Telluric Manifesto (ma quest’ultimo io lo metto in vetta).

Come consuetudine i dischi che portano la firma Poema Arcanvs traboccano di musica e risultato belli pieni e grondanti di minuti, ripagando i soldi spesi per l’occasione. Il loro modo di affrontare il genere rimane singolare anche se arrivi a percepire distintamente le varie fonti d’ispirazione (la sacra triade Anathema, Paradise Lost, My Dying Bride più i Moonspell). L’operato di Igor Leiva (in combutta con il tradizionale timbro vocale di Claudio Carrasco, convincente sia quando và nelle profondità che nello straziante pulito) riesce ad infilare una sorta di impermeabile in grado di fare brillare la provenienza geografica della band, evidenziando una certa “calura” di base che altrove non si può riscontrare. Da questo punto d’osservazione il nuovo Stardust Solitude sembra anche essere il più convinto, quello meglio consapevole di sé della loro intera discografia. Il disco che arriva a definire e suggellare anni e anni di oscura e meticolosa devozione ad un dato percorso.

Stardust Solitude non è ciò che si definisce come ascolto semplice, non è il classico disco che ti porta il cucchiaio alla bocca ecco. I suoi otto pezzi, a modo loro, appaiono come impenetrabili e traggono forza gli uni dagli altri facendo riflettere. Durante la sua espressione -ma anche dopo a musica spenta- mi risulta lampante la sua caratura “corazzata”; il suo essere costruito tassello su tassello a colpi di canzoni arcigne, capaci di tingersi sì di melodico, ma senza mai sconfinare nello strettamente confidenziale.

I Poema Arcanvs hanno scritto un disco con il quale bisogna saper legare (anche prima lo facevano, ma con intenti leggermente differenti) oltre che “aspettare”, e trovare una corretta votazione adesso è certamente più difficile che in altri casi. Caliamoci in piena nostalgia sudamericana senza troppi pensieri, questo Stardust Solitude sicuramente crescerà nel tempo. Per adesso rimaniamo sul positivo ma in qualche modo anche “vago”.

70%

Summary

Transcending Obscurity Records (2020)

Tracklist:

1. Stardust Solitude
2. Orphans
3. Haven
4. The Lighthouse Keeper
5. Straits of Devotion
6. Pilgrim
7. Kingdom of Ruins
8. Brave