Debutto omonimo per gli statunitensi Owlscry, un debutto che nel 2012 accendeva le questioni un poco in sordina. Il risvolto masochistico della faccenda è che molto probabilmente prenderò il disco alla prima buona offerta che si presenterà, sono difatti meri scopi da collezionista quelli che mi spingono -nonostante tutto- verso codesto prodotto. Il primo è sicuramente il debole che provo per l’etichetta che ha curato il prodotto (la marcissima Self Mutilation Services), la seconda è l’unione data dalla senz’altro buona prima parte con la “sempre verde” voglia di musica malsana connessa alla tipica copertina in bianco/nero. Risvolti tenebrosi che ormai non puoi più smettere di accontentare, cose che mai tramonteranno dentro di me (equazioni elementari che ti portano dritto sulla strada del prodotto fisico).
Gli Owlscry si muovono in territorio melodic/depressive black metal (di quello scandito e “danzante”), la registrazione è abulica il giusto e lascia spazio a chitarre pregne di carico e denso trasporto. Come d’abitudine aspettarsi violenza o devastazione sarebbe completamente fuori luogo, i Nostri amano giocare di fioretto (nonostante la registrazione dica un poco il contrario) e abbordando per mezzo di continue litanie (sette i brani, tutti lunghi, non si concedono eccezioni), il rischio reale sarà quello di addormentarsi, soprattutto grazie ad una seconda sezione allo sbando, salvata solamente dalla conclusiva Lost In The Woods.
E pensare che le prime tre in scaletta non erano poi così male, tre canzoni che facevano quantomeno presagire un decoroso songwriting. Poteva sicuramente giovare al tutto qualche canzone in meno, quando un prodotto si gioca la sufficienza su di un filo così sottile, diventano per effetto determinanti quei brani meno riusciti e tendenti al brutto.
Ma il bello del mondo black metal è quello di andare a sensazioni, e diverse persone potranno apprezzare o estrarre spunti da questo Owlscry più di quanto ho fatto io (anche se non credo molte, visto il mio debole per la musica in generale). Il consiglio non può essere che quello di rivolgersi altrove, la scelta rimane pur sempre molto vasta.
A quelli che non hanno problemi di soldi o di “voglia di spegnersi” potrebbe invece fare comodo, Owlscry verrà sparso assieme ad altre centinaia di esemplari di seconda o terza mano, deposto in qualche scaffale poco raggiungibile e buio della vostra maleodorante stanzetta.
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Summary
Self Mutilation Services (2012)
Tracklist:
01. Fruitful Wounds
02. Deathbed
03. Absent Presence
04. Primordial Form
05. Flood of Visions
06. Vague Spaces
07. Lost in the Woods