Basterebbe entrare in contatto con l’iniziale Nauden per capire un po’ di cose. Il pezzo è assolutamente maestoso ed evocativo quanto basta, capace di buttarsi su delle spalle belle larghe anni bui o magari di forte distacco da certo black/pagan nordico.
La Norvegia con questo terzo capitolo firmato Nifrost ci delizia con quell’arte di cui era regina incontrastata. I primi lavori di Enslaved, Borknagar, Kampfar, Einherjer, Helheim e Satyricon rivivono ed echeggiano dentro questo Orkja (buttiamoci anche le parti più ferali del vicino Vintersorg) consegnatoci ora, nel bel mezzo di un’epoca frenetica che potrebbe distoglierci dal piacere, o dal fascino di un prodotto capace si di “prendere”, ma anche di brillare di una sua luce solida e spontanea.
La terza freccia Orkja brotna (lunga nemmeno quattro minuti) è l’altro “chiodo fisso” del disco. Talvolta non c’è il bisogno di allungare il brodo in modo eccessivo, si può stringere le varie componenti in un tutt’uno e scagliarle fuori con forza e potenza inaudita per ottenere un risultato efficace e ricco di fredda passione. Che dire poi della “soffusa” Hausten e del suo incedere magmatico e persuasivo, roba da stropicciarsi le orecchie per la quantità di grazia e spiritualità investite.
I Nifrost sanno come si attacca la materia black metal, ma sanno giocare anche al ripiego e allo stare in bilico tra strutture ora ruvide e burrascose, voltando poi lo sguardo alla melodia e su linee sinuose ed accattivanti. Poco meno di quaranta minuti maledetti, espressi con un approccio vocale incredibilmente magnetico, vivo e viscerale, calzante per ogni situazione decisa di scegliere (e di variazioni ne sentiremo).
Vatnet blir til blod è un’altra invocazione determinante per la buona riuscita del tutto, una freccia vincente che porta le lancette direttamente ai tempi in cui tutto era bello e speciale mischiandolo pure con certa essenza di Finlandia (echi di primi …And Oceans qui). Il tutto permette all’ultima Ishjarte di spaziare con i suoi nove, epici ed apocalittici minuti (possiamo vederla anche come un viaggio a sé stante).
Orkja è un disco capace di rilasciare sane vibrazioni (spesso di quelle nate per non soddisfare terzi e quindi realmente sentite in fase di scrittura) e i Nifrost – ne sono sicuro – riusciranno nella non semplice missione di scalare un piccolo scalino verso la riconoscenza di molti. Brava Dusktone per averci scommesso ed insistito sopra.
Summary
Dusktone (2021)
Tracklist:
01. Nauden
02. Eit Siste Ynskje
03. Orkja Brotna
04. Hausten
05. Sirkel
06. Vatnet Blir Til Blod
07. Ishjarte