Il primo disco dei tedeschi Naxen mi ha lasciato attonito. Questa è musica davvero “grossa”, roba in grado di produrre sfogo e dispersione in egual misura. Non ci posso quasi credere, ma lo sfiancamento (del tutto positivo) che registro ad ogni nuovo passaggio di Towards the Tomb of Times è lì che mi parla a colpi di lettere cubitali, ed è fortemente esplicito in quella sua opera a dir poco prosciugante.
Avete presente quella sensazione di “soddisfacente vuoto” che si ha una volta finito di ascoltare un qualcosa di altamente appagante? Ecco è così che mi sento ogni qual volta inserisco e vivo visceralmente Towards the Tomb of Times, un disco pieno e sondatore, con ogni canzone pronta a prenotarsi il biglietto per il ruolo di conclamata protagonista.
I Naxen scelgono una via particolarmente insidiosa e vanno a comporre quattro depressive stalattiti ruotanti attorno ai 12 minuti. Una durata corposa ma sempre viva, musica che non lascia spazio alle distrazioni e che vuole invece trafiggere il nostro cuore nero prima di ogni altra cosa. C’è una cocente passione a bollire dietro un disco come Towards the Tomb of Times, una convinzione che protrae un discorso senza mai renderlo troppo ripetitivo/ossessivo o ancor peggio abulico. I Naxen prendono e stringono, ma sanno anche quanto è importante l’opera del “rilascio” e di una conseguente capacità di concedere all’ascoltatore.
E’ un calderone di sensazioni Towards the Tomb of Times, all’interno del black metal dei Naxen vigono temibili intensità, rabbia malinconica e disperazioni andanti. Il riffing è serrato e dipinge le sue meraviglie senza manifestare alcuna fretta, mentre la batteria come da tradizione sarà tutta da interpretare. Il messaggio arriva dai paesi nordici con una Norvegia particolarmente pronta a timbrare il cartellino prima degli altri; il tutto viene però filtrato con il rude approccio tedesco (inculcato da Nargaroth) e una insistenza che può portare a pensare anche alle parti più ferali e spinte degli Wolves in the Throne Room.
La Vendetta Records va a pescare oro puro con questa uscita. Un disco che trae ispirazione da più correnti classiche e pensa solo al cercare di dilatarle a favore dei suoi dannati scopi. Un album come Towards the Tomb of Times si merita solo glorificazione, di quella semplice, quella che va a fondere meticolosamente musica e spiritualità per indirizzarle verso ciò che sappiamo noi. Quattro pezzi da vivere perché ognuno vi darà quell’attimo di elevazione sperato, poi certo, c’è quella A Shadow in the Fire Part II (Where Fire Awaits) sul finire che praticamente incrementa se possibile la posta in gioco (ogni volta sono brividi), ma sono sottigliezze –sono sicuro- che saprete mettere in ordine con voi stessi.
Summary
Vendetta Records (2020)
Tracklist:
01. To Welcome The Withering
02. The Odious Ordeal
03. A Shadow In The Fire Part I (Scars Of Solitude)
04. A Shadow In The Fire Part II (Where Fire Awaits)