My Shameful – Hollow

Il mio affetto per i My Shameful non si può misurare, ho letteralmente consumato i loro primi dischi (quanto rimpiango i tempi in cui la Firebox Records spargeva le sue perle come noccioline) e li ho seguiti anche quando le cose si sono fatte diciamo “meno entusiasmanti”. Se prima ti tenevano attaccato lì a penzolare al chiuso ora non si può negare che gli effetti siano meni efficaci, ma la sostanza tuttavia riesce a rimanere, e per fortuna i My Shameful continuano a manifestare la loro tipica “traccia oscura”, nonostante la musica appaia oggi certamente più dinamica e “d’insieme” rispetto un tempo (sarà strano a dirsi per qualcuno).

E comprendo che con loro è più forte di me, ammetto di non poterne parlare male tanto è il “debole” che nutro nei loro confronti (quindi adeguatevi!). Anche di fronte all’evidente inferiorità  -rispetto al passato- di Hollow (il sesto monolite discografico partendo dal 2003), non riesco a smettere di affascinarmi. Ma cos’è questa reazione? la potenza del nome? dell’effetto che riesce a procurarmi oppure delle canzoni che forse appaiono troppo “timide” rispetto ad un valore che invece c’è,ed è ben presente, va solo conservato e utilizzato per il momento giusto.

Eppure qualcosa si muove, l’insistere porta sempre i suoi frutti (quando sono sopportabili ovviamente), Hollow anziché adoperare il badile fa sfoggio di una bella e più confortevole “zappetta”, si mette lì e non da troppa idea di voler lasciare evidenti o profonde cicatrici, sarà troppo tardi (forse) quando realizzeremo che invece qualcuna ne troveremo; e se accoglieremo tale realizzazione, potrà esserci speranza per Hollow, un disco “dato per spacciato” troppo presto, anche da me che in fondo gli ho voluto bene ancor prima di sentirlo.

Per come è costruito l’album superare l’ora di durata non sarà compito facile (queste frasi fatte quanto le odio!), il bello dei My Shameful è racchiuso nel perseverare, nel chiudersi a riccio rispetto a quella melodia definibile “di facciata”, la creatura di Sami Rautio ha sempre avuto bene in testa la pozzanghera dove sguazzare beatamente, ed è ancora lì ad esplorarla millimetro per millimetro, poco o nulla (rispetto allo scorrere del tempo) importa di cosa ci potrà essere fuori.

Bassi dilatanti, chitarre meno ingombranti rispetto a come eravamo abituati, quasi come se volessero modificare il trasporto da un livello carnale ad uno più etereo e liquido. Tratti in sospensione, vista che si appanna lungo la strada, ovvero quando i minuti messi alle spalle diventano di una certa consistenza. Forse bisognerebbe sezionarlo Hollow per rendergli maggior giustizia, fatto sta che più lo metto in circolo e più trovo validi motivi per doverne incrementare il potenziale segreto, quello “non detto” e strettamente personale.

L’iniziale Nothing Left at All è una delle tracce più sinuose dell’intero album, la sua sfuriata toccasana per lo spirito, già potremo intendere su come nulla potrà essere dato come scontato. La seguente title track posiziona nuovamente le cose su ritmiche plumbee loro tipiche, è un soffocamento tangibile a guidare inesorabile su una delle mie preferite di questo nuovo girone.

And I Will Be Worse torna a mostrarci le varie sfaccettature (lento-medie-rapide), particolare forma di liquido che s’intrufola prima della forte negatività/ostilità di Hour of Atonement (un pochino così cosa ma alla fine non riesco a dire di no). Incredibile a dirsi ma siamo appena a metà disco, facile rendersi conto di come lo sforzo richiesto dalla band finlandese questa volta vada oltre la normalità, anche per un genere come il doom/death (sconfinante nel funeral).

La seconda parte comincia con la nenia intitolata The Six (con annessa nuova accelerazione) e prosegue per mezzo delle sensazioni caldo/fredde di Murdered Them All, No Greater Purpose che è pure il testamento più lungo ed opprimente con i suoi nove minuti mentre a Now and Forever spetta il compito di chiudere questo capitolo (peraltro “meravigliosamente” a mio dire, il finale riesce anche a scavarsi un solco tutto suo con particolare efficacia).

Chissà quanti sulla terra sono ancora pronti a ricevere un prodotto di questo tipo. Hollow in maniera ben poco usuale rappresenta una nuova punta del loro iceberg e tanto ci deve bastare.

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    - 70%
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Summary

Moscow Funeral League (2014)

Tracklist:

01. Nothing left at all
02. Hollow
03. And I will be worse
04. Hour of atonement
05. The Six
06. Murdered them all
07. No greater purpose
08. Now and forever