Inizia con il riffing di Decadence And Perversion, perfettamente centrato, ispirato, tanto brutale quanto efficace. Il brano ci presenta i Morbus Dei per ciò che sono, nudi e crudi, senza il bisogno di inutili sovrastrutture, un macello privo di fronzoli che vuole prenderti di petto senza troppi giri di parole.
The World Left Behind non sarà mai quel disco capace di farti esclamare :”wow, che roba!”. E’ la seconda prova su lunga distanza per quest’unità tedesca, e al suo interno troverete solo umili operai al lavoro con i mezzi che ben conoscono, non si vuole impressionare l’ascoltatore con chissà quali trovate, il disco è un “tutto di già sentito”, e prima riuscirete a calzare tale situazione, prima riuscirete a godervelo per ciò che realmente è.
Pura aggressione “in your face” protratta ostinatamente lungo un disco che scorre rapidamente nel suo sfiorare la mezz’ora di durata. La solidità che riescono ad imprimere al loro bestiale black metal rende i Morbus Dei una formazione a cui dare quantomeno una chance. Niente mezzi termini, niente alte aspettative ma solo un “giro di raccolta” onesto che possa comportare buoni e fulminanti frutti.
Il sound cattura, The World Left Behind è suonato e prodotto bene, è freddo e pure maligno come dev’essere, pensa insomma solo a martoriare, e viene accompagnato da un basso che non se ne sta per niente in disparte.
L’intensità è la leva su cui fanno pressione i Morbus Dei, quella e la blasfemia (spiccata ed “incollante”) banchettano con piacere ad una tavola arida di pietanze ma abbondante di fame. The World Left Behind scorre e stritola bene restando nella sua orbita, non si producono particolari lampi ma non si scenderà neppure oltre la soglia della poca piacevolezza. Si prende e si porta a casa insomma, lasciando il testimone del fastidio ad altri.
E’ un disco che vive di un proprio flusso, ce ne accorgeremo nel mezzo di una title track finale che ha pure il compito di farci accendere il cervello con la sua malsana armonia.
Summary
Folter Records (2024)
Tracklist: