Mercenary – Soundtrack for the End Times

Dieci anni sono tanti, dieci anni di tempo possono dire molto cose quanto si tratta di “congelare” lo stato di una band. A maggior ragione quando si parla di una band abbastanza seguita, non ai vertici del genere melodic death metal ma quantomeno subito dietro a certi nomi, quelli che sono riusciti a sfondare alcune importanti porte di passaggio verso la “notorietà”.

In questo caso forse ci volevano dieci anni per i danesi Mercenary. La loro attività era stata serrata e si era conclusa con un Through Our Darkest Days che non aveva entusiasmato i più (fra i quali mi posiziono anche io). Diciamo che alla formazione proveniente da Aalborg serviva un lungo step prima di potersi concentrare o calare sopra un nuovo disco che potesse riportare interesse e qualità alla loro musica. Soundtrack for the End Times cerca di fare proprio questo, tenta di farlo scavalcando l’ora di durata (arma sempre a doppio taglio, ma credo che i dieci anni siano i colpevoli di ciò e hanno responsabilizzato i Nostri verso l’allargamento di un album che poteva sicuramente ricevere dei “tagli”) e riuscendoci, anche se forse alla fine non capisci quanto sia merito delle nuove composizioni o del tempo che hai trascorso senza di loro.

Onore va anche alla NoiseArt Records che li ha attesi sull’uscio di casa come si fa con i propri pargoli. Soundtrack for the End Times rilancia la palla proprio laddove l’avevamo lasciata e non intende modificare l’immagine che avevamo dei Mercenary. C’è il loro tipico trademark in gioco e c’è anche la volontà di perseguire quello stile amaro/dolciastro che aveva finito per caratterizzarli (o condannarli, dipende dai casi). Da questa visuale credo che ben pochi delusi da Through Our Darkest Days potranno realmente esultare per questo “lungo parto” ricevuto oggi. Tuttavia riesco ad inserirmi fra questi e come già detto ancora non so esattamente quali fattori abbiamo alimentato questa positività.

Quando parte la prima Burning in Reverse sembra di ritrovare un vecchio amico intento a professare gli stessi ferrei concetti d’un tempo. Bridge e refrain parlano una lingua 100% Mercenary e lasciano scendere particolari momenti nostalgici suggellati da assolo e melodie del tutto pregiati.

Generato l’impatto arriva il turno di Heart of the Numb, brano quadrato, dolcemente apocalittico ma abile nel variare quanto basta (alla fine nei miei preferiti di tutto il disco) sino all’arrivo di un impatto melodico molto ispirato. I Mercenary hanno messo cura su questi nuovi pezzi, si percepisce una freschezza maggiore aldilà della crosta di riconoscimento ed un pezzo lungo come Where Darkened Souls Belong ci conferma la ritrovata vena compositiva in seno alla band.

Si prosegue poi con Through This Blackened Hatred, qui si spinge con la tipica loro profondità (proprio quella che avevano anche all’inizio) mischiandola con la tipica timbrica di René Pedersen che si fa carico di un “pericoloso” ritornello difficile da incastrare (ma il lavoro arriva a pagare mi sento di dire).

Soundtrack for the End Times regge e anche quando si cede alla facile melodia come nel caso di Anthem for the Anxious le cose prendono la via giusta, tanto che il brano riesce a restare in testa grazie alla riuscita dell’ennesimo – e qui mieloso – chorus.

La seconda parte del disco non riesce a competere appieno con la prima, bisogna dire che le canzoni non sono mai esageratamente rovinose (avrei tolto Become the Flame, la sola che fa emergere certi lacunosi spettri), tuttavia sia From the Ashes of the Fallen (ancora ritornello vincente e quel “We don’t want to listen” che non mi si schioda dalla testa) che l’ultima e “grossa” Beyond the Waves si difendono a dovere.

Insomma, la bottiglia è mezza piena o vuota? Come vedere questo ritorno? Ad ognuno la sua visuale, pessimistica o positiva che sia, la si può intendere in quasi ogni modo. Per quanto mi riguarda ritorno convincente con qualche “accettazione” maggiore rispetto a prima. Nonostante la sua lunghezza Soundtrack for the End Times non mi annoia e bisogna prenderne atto.

65%

Summary

NoiseArt Records (2023)

Tracklist:

01. Burning In Reverse
02. Heart Of The Numb
03. Where Darkened Souls Belong
04. Through This Blackened Hatred
05. Anthem For The Anxious
06. A Darker Path
07. Become The Flame
08. From The Ashes Of The Fallen
09. Black Heart, Dead Tissue
10. Black Blood Soil
11. Beyond The Waves