Lifelover – Dekadens

Nel 2008, Avantgarde Music lancia la volata ai Lifelover con Konkurs. L’anno successivo arriva l’EP Dekadens, pubblicato sotto Osmose Productions, a celebrare il momento di maggior successo della band svedese.

Tale sodalizio dura solo il tempo di questa uscita, poiché il canto del cigno sotto il monicker Lifelover arriverà qualche anno dopo con Sjukdom (questa volta su Prophecy Productions).

Dekadens oltre a proporre materiale inedito e disturbante si rivela essere un’uscita ghiotta grazie alla sua durata di quasi mezz’ora (esistono full-lenght di tale durata, quindi bisogna pur sempre muoversi con gioia quando ci si ritrova a sguazzare in tali occasioni). Nella maggior parte dei casi queste uscite non arrivano nemmeno a venti minuti, quindi c’è da dire che il prodotto varrà appieno i soldi spesi.

Ma i Lifelover cambiano pelle? La risposta è assolutamente no!

La “formuletta” che li ha resi tanto noti quanto odiati continua, e non sarò certo io a definirne con precisione il genere (depressive black metal, rock? post “rotten” dark?). Tanto ognuno avrebbe la propria visione delle cose.

Quindi, se avete adorato tutto il materiale proposto finora dalla band svedese, non tergiversate un solo attimo davanti a Dekadens.

Ad investirvi sarà la solita dose di melodia fusa a follia, depravazione mista ad impatto come solo loro sanno fare, in completo e “sgretolante” lerciume. Ai tempi della sua uscita mi domandavo per quanto tempo ancora avrebbero potuto estrarre brani vincenti dal cilindro. Nessuno può dire come sarebbe andata a finire, ma è certo che un’innovazione, seppur piccola, sarebbe stata inevitabile (da quale fonte, però, rimane un interrogativo).

La doppia anima di Dekadens: un inizio folgorante e un finale deludente

Dekadens si divide in due: una prima parte, che include i tre brani iniziali, assolutamente vincente, dove i Lifelover sfoderano la loro migliore forma, con pezzi catchy, taglienti e sorprendenti. Un’esibizione di eleganza e noncuranza al loro apice. La seconda parte, invece, è un brusco calo. I brani finali sembrano esperimenti mal riusciti, che non reggono minimamente il confronto con la potenza stabilita nelle prime battute.

Mi preoccupava in particolar modo una canzone come Visdomsord, alla quale attribuivo i primi evidenti segnali di debolezza (giunti in seguito), mentre il resto (Androider e Destination: Ingenstans) riusciva a salvarsi seppur con molto mestiere.

Dekadens è il classico prodotto “only for fans“. Gli altri possono tranquillamente astenersi senza nutrire alcun rimpianto (beh forse un pochino si, quello di non poter godere su canzoni come Luguber Framtid o Myspys).

Nel mentre mi gusto la bella copertina (soggetto: un qualche posto sparso della metropolitana di Londra, anno 2009). E quel piccolo capolavoro di Luguber Framtid al quale fascino è impossibile sottrarsi. Le esili chitarre degli “amanti della vita” poche volte sono state egualmente trascinanti come in questo singolo caso.

  • 60%
    - 60%
60%

Summary

Osmose Productions (2009)

Tracklist: 

01. Luguber Framtid
02. Myspys
03. Major Fuck Off
04. Lethargy
05. Androider
06. Visdomsord
07. Destination: Ingenstans

Commenta