Possiamo dirlo, questi ultimi anni sono stati anche gli anni dei Keys of Orthanc. Il duo canadese esordiva difatti nel 2018 con un Dush agh Golnauk capace di reclamare a bassa voce uno spazio vitale all’interno del mondo metal legato nell’immaginario al Signore Degli Anelli. Da quel momento i Nostri non si sono più fermati, e oggi possiamo stare qui a discutere circa il quarto capitolo chiamato Of the Lineage of Kings (ad investire su di loro come sempre la Naturmacht Productions).
E così anno dopo anno quel particolare spazio di “reclamo” diventava a poco a poco più vasto, richiedendoci sempre più attenzione nei loro confronti. Per certo A Battle in the Dark Lands of the Eye.. rimane ad oggi il loro disco che ho preferito, mentre “categoria a parte” recitava il successivo Unfinished Conquests. I primi mesi del 2021 ci portano in grembo questo Of the Lineage of Kings e chi si aspettava un qualcosa di simile al secondo disco dovrà in parte rivedere i suoi piani.
I Keys of Orthanc stanno cercando di evolvere, e la volontà di “evadere” da certe impronte che potremmo definire come tipiche inizia a chiedere timidamente spazio. Of the Lineage of Kings porta senza dubbio avanti il loro melodic black metal fortemente descrittivo (che se ci stiamo attenti ma senza urlarlo troppo, possiamo definire come “personale”) e tormentato, però ci aggiunge un’intenzionalità differente, come se i nostri volessero in certi punti migliorarsi per crescere in qualcos’altro.
Ma tranquilli, niente che possa modificare l’approccio della loro musica che rimane saldamente ancorata ad una interpretazione estrema e sofferta. I dischi a nome Keys of Orthanc devo ammettere che sono sempre ben pensati, argomentati e tendenti all’esplorazione. Introduzioni e outro che sanno prendersi i loro tempi (sia la title track, che l’ultima I’ve Seen the Dragon Fly, particolarmente evocatrice dei mitici Die Verbannten Kinder Evas musicano ed inquadrano l’opera in completa chiarezza) così come i brani scelti per la tracklist. Questi non sono mai troppi e si prendono tutto il tempo necessario per agire a dovere. Il peso del coraggio lo si avverte ancor di più su Of the Lineage of Kings che diventa a tutti gli effetti l’album più maturo e variegato del duo canadese.
Sembra esserci più aria e più luce, soprattutto perché sono i testi a richiederlo come nel caso di Shards of Narcil o Her Mighty Heart (glorioso pezzo dedicato a Éowyn dipinto molto bene in copertina). Il disco tratta esclusivamente della parte “buona” del libro, ci parla di grandi alleanze e di Aragorn e nel farlo tende quasi ad esprimere un pensiero epico/progressivo che trionfa in tutta la sua caparbietà sulla traccia Regina King of the Reunited Kingdom (dentro ci ho sentito persino echi alla Primordial, la sua coda è il momento più alto dell’intero disco per quanto mi riguarda).
Ci chiede qualche attimo di pazienza in più rispetto al passato Of the Lineage of Kings. Il disco rappresenta senza dubbio un passo in avanti dal punto di vista della maturità, e al suo interno vivranno molte situazioni a dir poco vulcaniche (per alcune ci vorrà un pochino di attesa), ma vi assicuro che il tutto dopo un’adeguata masticazione arriverà ad esercitare la sua potente magia.
Summary
Naturmacht Productions (2021)
Tracklist:
01. Of The Lineage Of Kings
02. Shards Of Narcil
03. Her Mighty Heart
04. To The Paths Of The Dead
05. The Last Alliance
06. King Of The Reunited Kingdom
07. I’ve Seen The Dragons Fly