Häxkapell – Om jordens blod och urgravens grepp

Uno dei primi botti black metal di questo 2025 appena iniziato ce lo regala Om jordens blod och urgravens grepp, seconda opera del nome svedese Häxkapell.

Il progetto di Oraklet ritorna in stampa a quattro anni da Eldhymner ed ancora collegato all’etichetta Nordvis Produktion. Ci attendono nuovamente 40 minuti esatti di musica “fatata”, capace di unire l’antichità del black metal norvegese a suoni più “larghi” e folk. Poi va ad incidere anche il paese d’origine ovviamente, per un tumulto assai ispirato in grado di fornire note energiche e melodie così belle da pietrificare.

Nell’approcciare questo disco di Häxkapell potete immaginare l’uso di certe dinamiche care ai primi Satyricon unite con il gusto epico del primo Vintersorg (i cori in pulito nello specifico) con il beneplacito offerto dagli Enslaved. Tutte queste correnti emergono ma non offuscano un stella che cerca di brillare di luce propria. Le influenze offrono solo un solido appoggio alla creatività di un Oraklet perfettamente conscio di quali fili andare a tendere.

Davanti a una copertina così splendida, che lacrima grandezza dalle sue cascate ci immergiamo dentro un ascolto particolarmente corale, abile nel ripetere certi riff ma senza mai abusarne sul serio. Il tutto assume sembianze di vero e proprio percorso introspettivo, un ciclo vitale che si rigenera naturalmente, il ritorno al suono e all’insieme univoco.

6 tracce in tracklist, lanciate da una Satans rötter diretta, gelida e brutale, capace di donare pennellate d’autore prima di concedersi ad un marchio epico sovrastante. C’è già tutto ciò che serve al suo interno, una traccia che ha il compito di svelare e farci entrare a modo, spiegando per filo e per segno la tipologia di soglia appena varcata.

E’ invece penetrante Metamorfos, seconda stoccata che si apre per dilaniare senza pietà con un riff così bello che dovete per forza di cose andarlo ad ascoltare. La produzione conferisce la giusta colorazione ad un’opera che si appoggia loquacemente al folk con l’uso di viola, violino e flauto. E’ musica che si muove impercettibilmente, e lo capiremo meglio al sopraggiungere di Urgravens grepp är hårt och kallt, brano roccioso che ci conferma con i suoi movimenti di essere dentro una tempesta antica ed armoniosa.

Passo lento, un vero e proprio affresco folk metal quello datoci in pasto con Vindar från förr, sorta di largo respiro, suggerito e sussurato prima dell’arrivo delle forti emozioni date da Den sanna modern talar (che inizio, e quel momento quando ritorna pietrifica nuovamente lungo 11 minuti se vogliamo raffinati, con chitarre ad estrarre oro puro ed inscalfibile dalla memoria).

Qualità inoppugnabile quella registrata su Om jordens blod och urgravens grepp. Il suo ascolto è un’esperienza che cattura e da fare, poco da disquisire a riguardo. Tutta saggezza e bilanciamento.

77%

Summary

Nordvis Produktion (2025)

Tracklist:

01. Satans Rötter
02. Metamorfos
03. Urgravens Grepp Är Hårt Och Kallt
04. Hem
05. Vindar Från Förr
06. Den Sanna Modern Talar

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