Hån – Breathing the Void

Secondo disco per gli svizzeri Hån, una formazione sulla quale sembra puntare molto la forgiatrice di meraviglie Northern Silence Productions. L’etichetta non si smentisce, così dopo aver stampato l’esordio Facilis Descensus Averni (anno 2018) ridà un’altra opportunità ai nostri (sotto il ridente segno del capro) con Breathing the Void, un lavoro ricco di sfumature aguzze e perverse.

Con gli Hån ci troviamo in un punto disperso, da qualche parte e a metà strada tra Norvegia e Finlandia. Il loro black metal non ti incanta in maniera istantanea, però già dopo un primo giro ti lascia il desiderio di ripartire subito per una nuova esplorazione. Breathing the Void è anche un disco che si fa carico di molta pazienza, oltre ad essere discretamente lungo (tre quarti d’ora belli pieni) risulta anche aspro e medita con tutta calma le mosse da compiere (sta a voi decidere quanto prevedibili o proficue esse siano). Le sue canzoni non corrono quasi mai, preferendo restare in bilico tra il mid tempo e ciò che non lo è. Gli Hån esprimono salda freddezza, ma è un “gelo amico” quello che ci soffiano addosso, così senza imporre fasi troppo mirabolanti, riescono a catturare, a far sì che si voglia fermamente ritornare sopra questo dannato ed arcigno trasporto.

Breathing the Void è classico, tanto classico, eppure i suoi brani non arrivano mai al punto di infastidirti per la troppa banalità o per certi ammiccamenti a questo o quelli (possiamo quasi dire che rimbalzano ritmicamente). Le chitarre ronzano costantemente, tentano di allargare le sensazioni, ma sono pure capaci di proporre un riffing avveduto, serrato e diabolico. Sulla cresta troveremo ad attenderci la prestazione vocale di un Gnist in qualità di dannato ispiratore, un’anima ignava pronta ad estrarre quanto possibile dalla propria gabbia toracica.

La conclusiva Salvation è forse lo specchio ideale di ciò che gli Hån vogliono imprimerci addosso (per il resto la title track fa benissimo il suo dovere). Il brano mantiene il mood saldo e non scompiglia di certo le cose, ma differisce nell’ampliamento e nelle melodie, risultando infine particolarmente “strano” ed appagante. In totale avremo otto canzoni più intro acquistando Breathing the Void, e tutte faranno il loro sporco lavoro ai fianchi ormai surgelati di uno sparuto ascoltatore.

Northern Silence Productions (2021)

Tracklist:

01. Intro
02. Breathing The Void
03. Olethrus
04. Enter An Eternal World
05. Goatman
06. Asterion
07. Dissent
08. Lost Souls
09. Salvation

67%