Gràb – Kremess

Gràb – Kremess: un rituale black metal tra tradizioni bavaresi, mistero e un’immersiva oscurità.

Il progetto Gràb giunge alla seconda manifestazione discografica e, per l’occasione, stacca un biglietto importante in termini di visibilità grazie all’interesse della storica e quasi infallibile Prophecy Productions.

Dietro il moniker Gràb si celano Grànt, noto per essere stato la voce del primo periodo dei Dark Fortress, e l’inglese Gnást, che si occupa di chitarra, basso e tastiere (con i Winterfylleth dal 2016 al 2020 e attualmente impegnato con i connazionali Solstice). I Nostri ci tendono il primo sapiente agguato con l’immagine di copertina (opera di Sperber Illustrationen), sarà quasi impossibile per gli appassionati dei selciati black metal evitarsi un giretto dalle parti di un disco presentato in tal modo.

Ho trovato in Kremess (tradotto “festa funebre”) un potere ipnotico particolarmente suggestivo, il suo manto sonoro suona classicamente black metal, e sembra di essere proprio davanti ad un tributo statuario e assennato al genere. Però allo stesso tempo ai Gràb riesce di pescare dal mazzo la carta dell’imprevedibilità, della capacità di mutare l’andamento senza intaccare un climax che rimane soggiogante per tutta la durata. La musica si spalma addosso all’ascoltatore con calma e audacia, andando ad usare formule già collaudate ma abili nel fornire piccoli archi di variazione.

I Gràb esprimono coraggio, hanno bene in testa cosa deve uscire dal loro disco, quali sono i movimenti accorti da dover attuare e lì finiscono per giocare la loro partita. Kremess da un lato ti sussurra parole di attesa, ti spinge nel mezzo di un fascino brusco, ruvido ed autoritario, ma è pur vero che finirà per svelartelo poco per volta (e trovo tutto questo grandioso), sfoggiando un potere persuasivo funereo, oscuro ed inglobante.

Kremess ha l’abilità di tendere trappole, e al suo interno racchiude una serie di composizioni variegate, alcune impatteranno subito mentre ad altre serviranno più ripassi per “entrare dentro” a dovere. Tale peculiarità fa il disco, lo rende avvincente, speciale, e mette addosso la voglia continua di indagare per scoprirne le diversificazioni e gli andamenti nascosti.

La tradizione del black metal tedesco sposa quella norvegese più cadenzata e atmosferica. Dal punto di vista stilistico, i Gràb fondono la ferocia tipica del black metal tedesco con le atmosfere dilatate della scuola naturalistica norvegese, creando un connubio perfetto tra brutalità e introspezione. Quando queste due correnti si congiungono, si ottiene una esperienza sonora capace di evocare scenari di desolante misticismo.

L’inizio con Waidler è un qualcosa di assolutamente lacrimevole, la passione esce dalla chitarre pronte a dipingere maestosità a caratteri cubitali. La title track segue con passo lento, spettrale e scandito, un brano che dovrà cercarsi il “giusto mood” e non ci lascerà più sfuggire una volta individuato.

Quest’album tesse con pazienza e i suoi obiettivi li centra tutti. Che sia l’arcana e magnetica Kerkermoasta o gli aspetti interpretativi e di trasporto di Im Hexnhoiz (A Weihraz-Gschicht, Kapitel Oans) poco importa, tutto ruota al fine di favorire l’atmosfera e un abbraccio che si farà certamente sentire.

L’esperienza totalizzante passa anche sulle note di una semplice ma ispirata Vom Gråb im Moos (A Weihraz-Gschicht, Kapitel Zwoa), sulle violenze armoniche di Deifeszeig e sulla più lunga, ricca e persuasiva Dà letzte Winter.

Kremess è un’opera che non ha mai troppa fretta di colpire, preferisce farlo per mezzo di un’inesorabile erosione sensoriale. È un disco che non cerca di impressionare con effetti immediati, ma preferisce insinuarsi lentamente nell’animo dell’ascoltatore, lasciando di fatto una traccia importante, magari indelebile.

Con questa seconda prova, i Gràb confermano la loro visione artistica e il loro coraggio nel portare avanti un black metal che, pur rispettando le radici del genere, non ha paura di esplorare alcune strade subito adiacenti.

Si, Kremess è destinato a lasciare il segno e a conquistare un posto d’onore tra gli album black metal del 2025.

80%

Summary

Prophecy Productions (2025)

Tracklist:

01. Waidler
02. Kremess
03. Kerkermoasta
04. Im Hexnhoiz (A Weihraz-Gschicht, Kapitel Oans)
05. Vom Gråb Im Moos (A Weihraz-Gschicht, Kapitel Zwoa)
06. Deifeszeig
07. Waldeinsamkeit
08. Dà Letzte Winter

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