Fleshworks – Diabolus ex Machina

I Fleshworks sono tedeschi, operano sotto Apostasy Records e con Diabolus ex Machina arrivano al terzo disco in carriera.

Bisogna sempre andarci attenti quando si accomunano le parole death metal e Germania, l’ispezione prima dell’acquisto è molto consigliata, quantomeno rispetto ad altre situazioni solitamente più sicure, dove si può anche decidere di comprare sotto le sacre leggi del proprio insindacabile intuito.

L’incedere roccioso vale tutto per i Fleshworks che partono mettendo sulla bilancia il peso primario dal nome Vader. La band polacca salta più volte all’orecchio, diciamo che funge da base primaria, un rivestimento solido per i loro coriacei sforzi. Nonostante tale chiarezza, la band saprà svolazzare anche altrove, a recepire particelle che potranno senz’altro giovare ad un Diabolus ex Machina tutto sommato “esperto”, chirurgico a suo modo, sempre consapevole di che tipo di fili andare a sfiorare.

Oscuro e nefasto come la copertina d’altronde ci preannuncia. Mosso da innato coraggio vista la presenza di una scaletta di ben 12 brani (compresa l’introduzione e la recitata chiusura con Fatalist) che comunque non ci porta ad un deleterio sfinimento (o voglie di saltare qualche momento qui e là).

Sono una potenza i Fleshworks, le loro sfuriate vengono attentamente ponderate e in tal modo si ha sempre un’idea base di controllo che però non sfiducia mai il passo dell’impatto, aspetto nevralgico sempre ben stabilizzato al timone di guida.

Il riffing resta concentrato, ogni tanto se ne saltella nel Nord Europa per qualche situazione diciamo più “ariosa”. Per il resto pesta bellamente i territori più classici che legano il death metal polacco a quello americano. Un brano come Down Deeper Underground non è posto all’inizio per caso, sorta di anthem/fendente atto a formulare l’ideale ricetta per le nostre aspettative.

E’ un treno in corsa, scagliato con perizia contro la nostra faccia Storm of Ash prima delle ponderate aperture di The Misery prima, della varia Behavourial Sink (entrambe un po’ alla Hypocrisy) e dei passaggi interpretativi di In Waves.

La title track apre in modo malato la seconda parte di questa esperienza. A seguire abbiamo lo spirito minaccioso in crescendo (e molto Behemoth) di Hydraulic, la celere e attenta Thy Kingdom Fall, la bestiale Cognitive Dissonance che ci porta fra le braccia stritolanti e persuasive di Subdue and Dominate.

Aldilà di votazioni più o meno contestualizzate, io questo Diabolus ex Machina l’ho piazzato nel carrello della spesa in attesa di un futuro ordine. I Fleshworks non si nascondono, e si fanno notare nel loro piccolo spazio riservato all’interno di un vasto panorama.

67%

Summary

Apostasy Records (2023)

Tracklist:

01. Factory Mantra
02. Down Deeper Underground
03. Storm Of Ash
04. The Misery
05. Behavourial Sink
06. In Waves
07. Diabolus Ex Machina
08. Hydraulic
09. Thy Kingdom Fall
10. Cognitive Dissonance
11. Subdue And Dominate
12. Fatalist