Feral Light – Psychic Contortions

Il progetto statunitense Feral Light esprime ciò che deve già a partire dal proprio monicker e dal titolo del loro quarto capitolo discografico.

Psychic Contortions arriva così a rovistare acque torbide con mani attente e scrupolose, mani di persone che sanno benissimo come veicolare un messaggio orrido e dissonante. Andrew Reesen alla batteria e Andy Schoengrund al resto della strumentazione ci porteranno presto a cavallo di onde mefitiche e forbite per quanto concerne il riffing (i loro sono fendenti elaborati).

Feral Light suonano esattamente quella sorta di magma informe che tutto possiede e nulla definisce. Ci troviamo al cospetto di personaggi navigati, personaggi che hanno perso da tempo l’illusione, e che quindi lavorano efficacemente per il meglio possibile, ovvero per ciò che conta, a favore di un’anima ingarbugliata e nera come la pece.

Black metal che anestetizza, ruvido e pronto a colpire da diverse angolazioni con pungenti ed avide dosi di veleno. Tuttavia sussistono anche un’impronta psichedelica, un approccio crust e l’impatto death metal a fare da collante, giusto per poter generare al meglio delle possibilità quell’informità di prima.

E’ il torbido che regna su Psychic Contortions, un disco davvero cattivo ed implacabile, pronto a formulare un campo d’odio sul quale potremo andare a lavorare (a tratti con non poco sforzo) con pazienza, prima a mente calda, poi fredda.

Alla fine, saranno appena 35 minuti (ma sembreranno molti di più), minuti ossessivi e privi di compassione. Le canzoni ti si attaccano addosso come una seconda marcia pelle, e noi sentiremo certamente pizzicare, ma saremo anche intrigati da questo attacco ardito e consapevole al 100% di ciò che sta andando a costruire.

Al duo in questione piace da matti rendere le cose il meno semplici possibili. Piace suonare, creare, infliggere lezioni, modellare e corrodere l’ignoto con tutto quello che ne può conseguire. Potrei menzionare l’evoluzione di Enveloped and Transformed (in coda emerge pure qualche sensazione alla Death), la praticità di Ills of Closure o l’insensibilità di Wells of Blackness, ma quello che conta più di ogni altra cosa è l’insieme, e quel raggio che ti mette a nudo durante l’esalazione di questi sette, affamati inni tenebrosi.

73%

Summary

I, Voidhanger Records (2022)

Tracklist:

01. Enveloped And Transformed
02. Ills Of Closure
03. Self Disavow
04. Attainment
05. Wells Of Blackness
06. Communion And Reckoning
07. From Fog