Dall’Austria i Farawisa arrivano per incantare con tipici rituali nordici. Il loro esordio Frægð ci fa ripiombare dentro l’immaginario norvegese degli anni 90’, ai tempi in cui Enslaved (loro sono presenti per la maggiore, grazie anche all’utilizzo di cori evocativi di puro stampo nostalgico), Ulver, Satyricon e Borknagar esponevano i loro “concetti di grandezza” ad un pubblico in visibilio. Ecco, i Farawisa ripartono proprio da quel periodo (ancora ben cristallizzato nella memoria di chi lo ha vissuto), e da l’ulteriore certezza lasciata dal sapore di alcuni progetti islandesi posto a rafforzare un impatto musicale levigato, prodigo all’impatto e alla elevazione.
Lingua norrena adoperata non a caso, particolarmente decisiva nel dare quel tratto distintivo ai movimenti secchi messi in atto da una sezione strumentale particolarmente trascinante. Frægð è un disco che cresce con gli ascolti ed è pronto ogni volta a lasciare quelle poche briciole di entusiasmo in più.
I Farawisa si presentano in pompa magna con sei brani dotati di personalità, epicità ed ardore. L’album potrebbe sembrare “freddo” e distaccato dopo un primo fugace ascolto; ma poi dovrebbe cominciare l’escalation o meglio la comprensione di un lavoro che agisce senza dubbio per vie dirette (la materia viene affrontata di petto), organiche e concise senza però apparire mai banale.
Un assalto condensato, vibrazioni costanti e capacità di passare con disinvoltura dall’attacco a rotta di collo al “momento epico” di circostanza (rude bellezza e poco compiacimento). Nel mezzo un bel po’ di freddo e delle melodie sublimi pronte a curare l’urgente bisogno di note antiche.
L’opener Baldrs draumar è lì scolpita in tutto il suo candore, pietra irremovibile dal “benvenuto” irrevocabile. Le due anime presenti nella musica Farawisa si contorcono fra di loro trovando un’armonia speciale che saprà colpire al cuore l’ascoltatore devoto o propenso a recepire determinate ondate sonore.
Il disco è tutto bello, fa non poco rumore nel suo incedere ma si arriva con facilità (e forze) alla conclusione, lavati dalle note battagliere di una title track prima (come fanno nascere il coro denota tutta l’abilità del duo), e da una Darraðarljóð scolpita con sangue e passione nella nuda roccia.
Summary
Naturmacht Productions (2021)
Tracklist:
01. Baldrs Draumar
02. Ok Nefna Tysvar Tý
03. Sól Tér Sortna
04. Spádómr
05. Frægð
06. Darraðarljóð