Exitium Sui – Ad Personam

La profondità messa al servizio di un avanzamento black/doom pieno e corposo, perfetto cantore di grigie sofferenze e di atrocità varie. Sono passi decisi nei meandri oscuri quelli che troverete all’interno di questo disco.

Il progetto Exitium Sui viene portato in grembo dal solo ES, artista australiano capace d’ombreggiare a dovere le nostre giornate con il lavoro di debutto Ad Personam.

Non è semplice lasciare fluire certe emozioni quando si suona una materia così cupa e negativa. Eppure la musica Exitium Sui arriva a sfiorare campi che forse non si potevano intuire alla partenza.

Ad Personam non vuole portare all’estremo il genere, cerca anzi di ritoccare gli spigoli a favore di una maggiore e lesta incisività. Le canzoni sono concise e fanno il loro dovere penetrando facilmente un primo e confidenziale strato di corazza. Insomma il progetto Exitium Sui ci viene incontro e non lo nasconde affatto, tagliando di netto quella strada solitamente impervia e mano a mano illuminante nella sensorialità di “scoperta”. L’ascolto arriva e piace proprio a causa di una “semplicità fatta bene”, mai troppo banale, certamente rodata e vissuta a dovere in sede di scrittura e gestazione (e qui calzerebbe a pennello la menzione della opener Eviscerate My Withered Soul, brano che “dice” tutto quello che deve senza sbavature).

L’album oltre che impattare subito ha il pregio di indurre una certa curiosità di ascolto. Verremo così invogliati a tornare su note che sanno lasciare un deciso quanto arcano fascino (interpretate molto bene vocalmente c’è da dirlo, ES ti va a scovare e condensare l’emozione, cosa che aggiunge sapore e punti decisivi al giudizio finale), come un lembo di ricordo lasciato ammollo, ma subito dopo prontamente ripescato.

Curioso come mentalmente io vada a cercare paragoni con monicker quali Shape Of Despair, (sprofondate senza indugio nell’anima e sulle note raggelanti di Tragedy In D Minor) Forest Of Shadows o Necare quando a conti fatti la musica firmata Exitium Sui vada a parare su zone si limitrofe, ma anche assai differenti (come si evince da The Long Return To Nothing). Forse certi semi sono così ben piantati da non poter/dover pensare ad altro, di sicuro ci sono in ballo molte sensazioni stratificate e questo è un aspetto dannatamente positivo.

In tre semplici parole: decadente, elegante, emozionante.

Rain Without End Records (2020)

Tracklist:

01. Eviscerated My Withered Soul

02. The Long Return To Nothing

03. Into the Conflagration

04. Tragedy In D Minor

05. Nothing Left To Give

06. Which Fate Is Ours To Come

72%