Exgenesis – Solve Et Coagula

Passati i cinque anni Aphotic Veil pareva sempre più essere un capitolo a sé stante del cosmo metallico d’autore e il monicker Exgenesis solo un piacevole abbaglio, qualcosa da ricordare di tanto in tanto e senza troppi pensieri legati al futuro.

Talvolta però le sorprese funzionano eccome e finiscono per produrre i loro “effetti” grazie alla infaticabile opera della Naturmacht Productions, qui in sembianze della sua sotto etichetta legata alle sonorità più doom e cupe: la Rain Without End Records.

E così ritornano a cavalcare i pensieri su quell’ep di esordio che tanto bene era entrato nell’immaginario melodic death doom. Un ep che oggi spalanca le porte ad un primo disco davvero importante, ingombrante e finalmente adulto. No, non sto rinnegando un Aphotic Veil che ancora oggi soddisfa appieno le mie paturnie, solo che questo Solve Et Coagula finisce per surclassarlo in toto. Il binomio svedese/colombiano formato da Jari Lindholm e Alejandro Lotero si arricchisce alla grandissima con l’aiuto di Christian Netzell, batterista facente parte del primo nucleo degli In Mourning (14 anni della sua vita passati con loro).

La spinta che ne nasce viene subito carpita e l’evoluzione passa anche da una sezione ritmica più dinamica e volenterosa nel dare il proprio contributo alla causa del trasporto. Solve Et Coagula in tal modo non si nasconde, ed attacca con una produzione limpida e meno oppressiva rispetto al passato. Una maggior pulizia che però non deve lasciarci fraintendere nulla: gli Exgenesis sono sempre i medesimi, ma addosso hanno una maggiore consapevolezza delle proprie qualità, un maggiore vissuto sul quale adagiare con calma le proprie schiaccianti tele.

Di pari passo si allargano anche le influenze che ora abbracciano (giocoforza) anche quelle di formazioni come Opeth e In Mourning, oltre ai soliti Katatonia di facciata che si portano cortesemente in seno iprogetti di Jari come Enshine e Slumber.

Il disco suggella un lavoro a distanza pronto a fondersi in un tutt’uno colante da brividi (una ricchezza che esce fuori sempre e a più riprese, io vi posso consigliare l’ascolto di Embers, poi al resto pensateci voi), pronto a distribuire piccoli lezioni ad ogni nuova ondata. La prestazione di Alejandro è migliore, più ampia e decisa rispetto a prima, e i pezzi consolidati da tale estro e solidità traggono ulteriore linfa dai nostri ondeggianti corpi.

Otto i brani presenti in trackist, nel mezzo, quasi a spaccarli troveremo la strumentale Solve (altra primizia!) per tre quarti d’ora cingenti, dinamici e veramente-veramente figli di uno spessore che definirei semplicemente “sopraffino”. Un dilagare costante, un piacere che ogni sostenitore della ramificazione melodic death doom dovrebbe fare intimamente suo (meglio se su forma fisica con il nuovo digipack d’accompagnamento; ragazzi questa musica ha un dannato bisogno del suo vestito!).

77%

Summary

Rain Without End Records (2020)

Tracklist:

01. Hollowness
02. Embers
03. Where The Hope Ends
04. Truth
05. Solve
06. Coagula
07. Intracosmos
08. Stasis