Einst – Einst

Black metal atmosferico e depressivo, il progetto austriaco Einst comincia la propria marcia discografica e ci stritola a dovere tra uggiosa sofferenza, nostalgia ed arcuato sentimento. Dietro al monicker opera il solo Patrick Stoiber (eccetto per le parti di batteria ad opera di Sven Luithardt), già conosciuto per la militanza in Lebenssucht.

Ci troviamo innanzi un disco omonimo crepuscolare, certamente capace di emergere a dovere, un lavoro in grado di rilasciare un potenziale molto interessante, prettamente “romantico” ed autunnale, musica che ama lasciare maggior spazio al cuore rispetto alla carne (ciò dovrebbe spiegare già molto ancor prima di iniziare ad ascoltare ogni singola nota).

Le canzoni presenti su questo disco omonimo non si presentano sotto forma classica, diciamo che saremo attratti da un flusso continuo e ragionato, avvolgente grazie al lavoro di un basso importante, intento a cercare i suoi personali appigli sonori, il tutto adoperando tratti smaccatamente commuoventi e malinconici (enfatizzati dalla presenza fissa del pianoforte, per credere sentire pure Couldn’t You Have Done Better?). Alla lunga si verrà premiati, poco ma sicuro. Bisognerà avere quel minimo di tempo e di pazienza per poter far “parlare” o decantare le varie dinamiche e raggruppare in tal modo le briciole emotive che di volta in volta acquisiremo con maggior calma e convinzione.

Sono giunto alla conclusione che Einst abbia un valore per nulla banale (come forse si potrebbe sciaguratamente pensare in un primo momento), ogni canzone con la sua pacatezza ricamerà una trama cingente, fatta su su misura e assai confortevole, di volta in volta quel pelino di più importante (qui mi sovviene la breve For There Was a Dream That Didn’t Last). E così, se riusciremo ad “entrarci dentro” a dovere, stabilendo un livello confidenziale adeguato, non ci resterà altra soluzione che “consegnarci” al prodotto, inermi, e forse addirittura un pochino sconvolti.

Con il ricordo degli storici Angizia da una parte, e quello più attuale degli Harakiri for the Sky dall’altra, il nome Einst tenterà di dire umilmente la sua, un colpo per ora “nascosto”, per poter esaltare al meglio e nel piccolo la scena austriaca a cui appartiene. Sofferenza che scaccia la banalità, quasi incredibile a dirsi con la musica che scorre nelle orecchie, eppure sarà proprio così. Un’altra proposta da parte di Naturmacht Productions che merita attenzione e urgenza di essere esplorata.

70%

Summary

Naturmacht Productions (2024)

Tracklist:

01. Mere Reflections of Your Former Self
02. Zu oft verlebt, zu wenig wirklich gelebt
03. Couldn’t You Have Done Better?
04. Das Letzte Wort Dir Nicht Gebührt
05. For There Was a Dream That Didn’t Last
06. Ohne Dich Ward Nicht Auch Nur Ein Augenblick